
Nell’oceano delle nuove iniziative, in cui le start-up spesso non soffiano nemmeno sulla prima candelina della torta, l’Horeca rimane uno degli ultimi avamposti dell’imprenditorialità.
Ci sono tante persone coraggiose che ancora oggi si mettono in gioco per avviare una loro attività, consapevoli che la fiaba di partire da zero può non avere un lieto fine.
L’economia 2025 si configura sempre più come un’economia di capitali, organizzazioni enormi, competenze ampie e allora… Che fare? Oggi la scelta di chi fa Horeca è la scelta di chi sa fare impresa, di chi vuole fare impresa nonostante tutto.
Sgombriamo subito il campo da ogni illusione: è chiaro che l’Italia non può vivere di sola ospitalità. Dobbiamo rimanere uno dei grandi Paesi produttori, incentivare le eccellenze, supportare le capacità, in un panorama economico e internazionale in fermento e con una società in continuo mutamento.
Iniziamo la nostra navigazione, quindi, da un dato di fatto evidente a tutti: manca la crescita. Mancano tempi, modi e margini che permettano di “salire le scale”. In un’azienda non è possibile impiegare anni per fare quello che si dovrebbe concretizzare molto più velocemente. Non funziona. Ogni sforzo si spegne come un soffio leggero sulla prima candelina. Per questo motivo al concetto di scale-up sostituiamo presto quello di scale-down ed è da qui che bisogna partire per oltrepassare le colonne d’Ercole dell’economia contemporanea.
Nel commercio moderno per superare le barriere è necessario fare massa critica, farsi sentire. É arrivato il momento di dare inizio a un nuovo corso. Uscire allo scoperto, partire, si sa, comporta dei rischi e quando di fronte ai pericoli compare lo smarrimento degli stakeholder, a quel punto l’avventura intrapresa può naufragare. Ci troviamo, così, carichi dei nostri bagagli di programmi e speranze, fiduciosi e titubanti al tempo stesso, davanti ai tornelli d’imbarco. Ci mettiamo a correre, come al solito siamo di fretta, ma è meglio fare attenzione: scegliamo con cura la nave, il suo equipaggio, il suo capitano perché, se una volta salpati, durante la navigazione “ciò che trasmette il microfono del comandante non è più la rotta ma solo intrattenimento”, allora il rischio di andare a sbattere contro un iceberg è molto alto.
Poi, quando ci troveremo a organizzare i soccorsi, non sarà facile vista la carenza di medici a bordo e, senza marinai capaci di leggere la traiettoria nelle stelle, possiamo dire con una certa sicurezza che la nave si perderà nell’oceano.
Una volta salpati, mentre la nave procede nel suo zizzagare e l’equipaggio scruta la volta celeste, all’improvviso può anche succedere qualcosa di inaspettato: un’altra nave ci sorpassa nel momento in cui l’eco del microfono con la voce del comandante snocciola gli indici positivi della traversata. Solo allora capiremo di aver sbagliato la scelta della nave. Dall’altro canto, qualche vecchio lupo di mare non si rassegnerà e si interrogherà sul senso di questo zizzagare, forte del suo spirito di sopravvivenza, e immaginerà un’altra rotta.
Nel frattempo, entrambe le navi avanzeranno: quella con gli indici positivi continuerà spedita lasciando una lunga scia dietro di sé, l’altra zizzagando continuerà a fluire in mare aperto esercitando la sua resilienza.
Così, dopo aver attraversato periodi di tempesta o calma piatta, dopo aver valicato le colonne d’Ercole di questo 2025, a metà ottobre approderanno insieme, vecchi lupi di mare e capitani coraggiosi, nel grande porto di Host Milano, dove sarà possibile per entrambi commerciare e scambiare prodotti, idee, progetti ed esperienze.
Per arrivare in porto è necessario mantenere la rotta orientandosi sulle richieste del consumatore moderno sempre più attento al benessere, alla salute, al gusto.
Con l’esperienza di chi ha solcato i mari, i naviganti si aggireranno per le corsie della fiera alla ricerca di nuovi spunti per ricominciare il loro viaggio. Guarderanno con occhio competente cold brew, specialty, caffè filtro e capsule, protagonisti di una nuova cultura del caffè e di un salone, il SIC (Salone Internazionale del Caffè), che è un punto di riferimento nel panorama internazionale. Si accaloreranno nel discutere con professionisti di EUDR (EU Deforestation Regulation) per orientarsi nella normativa che entrerà in vigore a breve. Solidarizzeranno con Horeca e Vending per cercare di attribuire il giusto valore alla tazzina del caffè, che in alcuni bar naviga spedita verso i 2 euro. Si avventureranno alla ricerca di nuovi fornitori, alla scoperta di prodotti innovativi, di strumenti più performanti e, dopo aver speso tempo ed energia, riprenderanno il largo, ricaricati dal successo inarrestabile di un buon caffè.
Gustavo Prada Moroni
Responsabile Divisione Ho.Re.Ca. Espresso Service