Sappiamo comunicare, proviamo a essere empatici, a farci piacere da chi vive intorno a noi ma (troppo) spesso non sappiamo ascoltare. Sul lavoro ci insegnano a condurre una conversazione. Sui social creiamo a piacere la nostra personale narrazione. Durante una festa parliamo dandoci sulla voce. E lo stesso fanno i politici che ci governano. Non ascoltiamo più. Viviamo in un mondo in cui la tecnologia ci permette di restare in contatto costantemente ma, a quanto pare, nessuno ascolta gli altri e nemmeno sembra essere capace di farlo. E questo ci rende più soli, più isolati e meno tolleranti.
Anche nelle nostre imprese, viviamo a stretto contatto con i collaboratori, interagiamo con loro, talvolta li gratifichiamo con il welfare aziendale e li valorizziamo dando loro promozioni e nuove mansioni, ma quando si tratta di chiudere la bocca e aprire bene le orecchie per comprendere meglio e imparare da chi vive e conosce il mestiere sul campo tutti i giorni, ecco improvvisamente si fa fatica, si diventa superficiali, si danno per scontati o peggio inutili i suggerimenti, i consigli e le proposte delle maestranze.
D’altronde, lo scriveva già lo storico greco Plutarco duemila anni fa: ascoltare è un’arte e per questo va coltivata con passione ogni giorno. Se non vogliamo farlo per un mero esercizio di stile o, peggio, per paternalismo, ragioniamo concretamente sul fatto che ascoltare, apprendere e agire di conseguenza possono rappresentare una modalità, praticamente a costo zero, per far crescere l’azienda e renderne migliori le performance sul mercato. Un esempio concreto e illuminante è quello che ci arriva dall’azienda Raspini di Torino, leader nella produzione di salumi e marchio tra i più noti del Made in Italy. Ce la racconta il sito internet torinoggi.it.
“Hai un’idea per migliorare il tuo lavoro in azienda? Proponila: se funziona, potrai anche ricevere un premio economico. Il progetto si chiama “Fai scattare la sblua”, ovvero la “scintilla” in piemontese, ed è l’intuizione dell’azienda di salumeria Raspini per innovarsi e migliorarsi. Si parte dalla consapevolezza che chi lavora tutti i giorni nei reparti degli stabilimenti possa avere suggerimenti e idee che magari sfuggono all’azienda ma che possono portare a benefici operativi e, perché no, anche economici. Ogni proposta viene valutata con precisi criteri, tra rapporto costi/benefici, fattibilità operativa dell’idea, estendibilità agli altri stabilimenti e consistenza dei mezzi aziendali a disposizione. In più, viene considerato anche il ruolo del proponente: se già occupa una posizione che prevede mansioni decisionali allora la proposta varrà meno, se invece nel suo lavoro non si occupa di nuove strategie, allora avrà più punti. Più è alta la valutazione, maggiore è la possibilità di ricevere un riconoscimento: si vince tra i 200 e i 1.000 euro. “È un progetto in cui entrambe le parti ci guadagnano – commenta Emilia Lisdero, responsabile marketing di Raspini –. Infatti, l’azienda porta a casa idee costruttive, mentre il dipendente viene stimolato dal premio in denaro”.
È tutto partito nel 2021 e non c’è ancora una data di scadenza. Finora il progetto è piaciuto molto, tant’è che sono state presentate più di 250 idee, su un totale di 300 dipendenti. Tra le più premiate, c’è l’intuizione di installare un semaforo nelle aree esterne agli stabilimenti, in modo da regolare il traffico dei camion per una maggiore sicurezza. Oppure l’idea di inserire il linguaggio brail sulle etichette, in modo da facilitare i non vedenti. E ancora, la proposta di realizzare un comitato interno di risorse under 35 per affrontare nuove strategie e pensare insieme il futuro dell’azienda. Nel ventaglio dei temi disponibili, stabiliti a priori, i più popolari sono le idee di marketing e i miglioramenti dei processi di sistema, seguiti poi dalle proposte legate all’ambiente e alla sostenibilità e quelle sulla sicurezza.
“L’obiettivo non è rivoluzionare l’azienda, anche se ogni proposta è ben accetta – spiega Lisdero – ma vogliamo coinvolgere i dipendenti anche con piccoli miglioramenti nel quotidiano. Anche le idee più modeste possono avere impatti reali e tangibili”. E se l’azienda Raspini, che fattura 106 milioni, continua ad avere conti in verde, ora può dire che è anche grazie ai suoi dipendenti”.
Enrico Capello
capello@vendingpress.it