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Il Vending è resiliente: la filiera di settore tra incertezze e ottimismo

Viaggio di “Vending Magazine” tra produttori di caffè, solubili e zucchero e imprese di gestione. Al nostro questionario hanno risposto una decina di aziende leader di mercato. L’aumento generale delle materie prime è stato nell’ordine del 70-80%. I torrefattori costretti a ritoccare i listini ai gestori fino al +40%. È l’ora delle scelte forti: preservare la redditività e abbandonare i clienti improduttivi

 

Quale sarà l’andamento dei prezzi della materia prima nei prossimi sei mesi?

L’aumento generale delle materie prime è stato nell’ordine del 70-80%.

Una torrefazione ci ha riportato i seguenti rincari del caffè verde arrivo porto franco: l’Arabica Brasile è passato da 4 Euro/Kg a 6 Euro/Kg, il Robusta Congo/Uganda da 1,8 Euro/Kg a 3,3 Euro/Kg.

I partecipanti al sondaggio vedono la possibilità di un assestamento delle quotazioni del caffè. Non ci sono all’orizzonte cali sostanziali, ma gli aumenti sono previsti relativamente contenuti, con un picco massimo stimato del 10%-15% rispetto ai già elevati prezzi attuali. Sempre nel settore torrefazione, gli intervistati indicano un aumento compreso tra il 50% ed il 100% per quanto riguarda i semilavorati e packaging.

Nel caso del latte, invece, si stima un aumento dei prezzi del +30% rispetto ai valori del periodo.

Secondo gli intervistati del settore zucchero è improbabile che ci possa essere un’inversione di trend nel breve termine, nonostante gli aumenti della materia prima a oggi siano già nell’ordine del 120% anno su anno. Preoccupano anche i rincari delle bustine, salite a 1.400/1.500 Euro a tonnellata (prezzo raddoppiato per l’aumento della carta).

Un elemento su cui si riscontra un accordo è la difficoltà nel fornire previsioni accurate a causa dei vari elementi che influiscono sulle quotazioni del prodotto, quali il clima nei Paesi produttori, le dinamiche valutarie (la svalutazione dell’Euro rispetto al dollaro complica ulteriormente le importazioni), i costi dell’energia e il continuo variare del costo dei noli marittimi. Parlando del caffè in arrivo dal Vietnam, si è arrivati a 14.000 dollari per container, andando così ad influenzare in modo significativo i differenziali tra le quotazioni di Borsa e il prezzo finale del prodotto.

La situazione potrebbe variare nel medio-lungo periodo per un possibile calo dei consumi da imputarsi alla difficile situazione economica.

Tra gli interventi attuati per far fronte a questo complesso contesto spiccano la volontà delle imprese di migliorare l’efficienza energetica, di aumentare i listini, di investire in macchinari energy saving, di ripensare l’organizzazione dei turni di lavoro ed eliminare di tutti quei prodotti che non rientrano nei limiti sostenibili in termini di redditività.

 

A quali cause ritiene sia da attribuire la crisi economica?

Speculazione, pandemia e conflitto russo-ucraino sono, secondo gli intervistati, le principali cause della contingenza economica negativa, anche se per diversi imprenditori tutto nasce, a monte, dalla gestione della pandemia. Da un lato, dopo la contrazione paurosa dei consumi durante i lockdown del 2020 si è assistito a un’esplosione della domanda a cui il mercato non ha saputo far fronte: abbiamo vissuto mesi con il gravissimo problema dell’interruzione della catena di approvvigionamento.

Dal lato finanziario, i governi, per far fronte alla terribile crisi economica causata dal Covid, hanno immesso in circolazioni grosse quantità di denaro che hanno innescato la spirale inflattiva. Ora, per cercare di diminuire quella massa di denaro e “raffreddare” l’inflazione si è intervenuti sul rialzo dei tassi di interesse. Questa scelta porterà, però, a una diminuzione della domanda e quindi dei consumi perché le famiglie saranno più indebitate. Verrà ridotta la produzione di beni con conseguente rischio di aumento della disoccupazione

I partecipanti al sondaggio di VM attivi nel settore dello zucchero indicano nella forte e prolungata siccità e nell’aumento dei prezzi del gas gli elementi che hanno maggiormente contribuito a indurre la contingenza economica negativa in cui versa il mercato dello zucchero europeo (la maggior parte degli zuccherifici è alimentata a metano).

 

Quale sarà l’andamento di domanda/offerta nel Vending nei prossimi mesi?

Le imprese di gestione sottolineano come il loro settore non sia tipicamente energivoro, ragion per cui l’impatto sulle attività deriva principalmente dall’aumento del prezzo delle materie prime. Inoltre, il caffè del distributore automatico è un prodotto “povero” con prezzi di vendita bassi. Si è reso necessario un incremento dei prezzi di listino al fine di mantenere in equilibrio il bilancio economico. Per quanto concerne la quantificazione dell’impatto, la stima approssimativa, essendo il contesto in continua evoluzione, è di circa +10%.

Il “sentiment” che prevale tra i produttori è quello dell’incertezza. Se, da un lato, si nota un certo ottimismo derivante dall’essersi lasciati alle spalle la fase acuta della pandemia – con conseguente diminuzione del ricorso allo smart working – dall’altro si evidenzia un possibile calo dei consumi da parte degli utenti imputabile alla contrazione del potere di acquisto per l’inflazione galoppante.

Molto dipenderà dalla capacità dei gestori nel collocarsi a mercato con degli adeguati aumenti dei listini.

Si evidenzia, da parte di alcuni operatori, la possibilità di recuperare, almeno in parte, delle erogazioni grazie al differenziale in crescita con il prezzo del caffè al bar.

 

Avete dovuto aumentare i prezzi di vendita ai gestori del Vending?

Per le torrefazioni l’aumento dei prezzi di vendita del caffè ai gestori vending era scattato già dalla fine del 2021. Il ritocco dei listini, nel corso di questi 12 mesi, è arrivato mediamente fino al +40%. Gli adeguamenti sono stati generalmente suddivisi in tre tranche da 10-15% l’una. I partecipanti al sondaggio evidenziano come gli aumenti implementati, seppur consistenti, non siano per nulla in grado di compensare in toto l’aumento dei costi al quale sono sottoposte le imprese. “Abbiamo fatto un nuovo aumento su Arabica e Robusta di circa 0,70 al Kg – spiega un responsabile vendite del settore caffè – . In realtà con i costi attuali dovresti aumentare di 1,5 Euro al Kg. Prima di questa crisi, gli aumenti annuali viaggiavano intorno ai 0,15-0,20 cent. al Kg”.

Per i produttori di solubili, gli aumenti variano a seconda della tipologia di prodotto: si viaggia tra il 25% ed il 30%.

Nel settore zucchero, le società interessate affermano di aver aumentato le scorte nel tentativo di rimandare il più possibile l’aggiornamento dei listini, tuttavia sottolineano che, in alcuni casi, tali adeguamenti potrebbero raggiungere il 100%.

Le imprese di gestione affermano di aver incrementato i prezzi di listino di una percentuale compresa, a seconda della tipologia di prodotto, tra il 10% ed il 20%.

 

È ottimista o pessimista sul futuro del Vending?

Il 90% degli intervistati resta ottimista sul futuro del Vending. Gli eventi di questi anni si tradurranno in una “selezione naturale” degli operatori a favore di quelli più strutturati e innovativi. La sfida principale per i gestori sarà quella di far comprendere all’utenza cosa c’è dietro al distributore automatico: un mondo complesso fatto di qualità e professionalità che giustifica un rincaro dei prezzi quando prodotto e servizi sono validi. Una sfida epocale e avvincente ma non priva di difficoltà perché a pesare sulla “struttura di mercato” è la presenza di una sempre più elevata quantità di prodotti di scarsa qualità piazzati a costi contenuti che, inevitabilmente, vanno ad erodere i margini di profitto di chi punta, invece, sulla valorizzazione del servizio.

I torrefattori evidenziano come il settore del Vending sia legato a filo doppio alla presenza del personale in aziende e uffici, ragion per cui una recrudescenza del Covid nel periodo invernale potrebbe danneggiare l’economia di settore. Il business del Vending dipende sempre da quanta gente c’è sui luoghi di lavoro, anche se si tratta ormai di un orizzonte limitato: occorre, infatti, avere la capacità di rinnovare il proprio modello di servizio, cercando nuove opportunità di vendite. I numeri del pre-Covid, a causa del lavoro a distanza, non torneranno più.

 

Quali saranno le principali sfide del Vending nei prossimi 6 mesi?

I gestori devono trovare il coraggio di aumentare il prezzo a battuta del caffè a 0,50-0,60 cent. Margini di guadagno maggiore valgono bene la perdita di qualche cliente improduttivo.

Inoltre, spostare i consumi su tipologie di caffè e luoghi di vendita che diano reale redditività, ad esempio guardando all’Ho.Re.Ca. In un mercato del “Fuori casa” sempre più orientato verso l’omnicanalità, il know-how tecnologico del Vending, insieme al suo modello organizzativo, possono essere una chiave di successo per sviluppare un’offerta vincente negli ambiti dell’Hotellerie, della ristorazione e del turismo.

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