L’industria del caffè in affanno sotto il peso dei dazi trumpiani

Gli esperti da noi intervistati vedono un possibile calo delle esportazioni negli USA e un aumento dei prezzi in loco come conseguenze della linea commerciale degli Stati Uniti. È plausibile ipotizzare per l’Italia un incremento del prezzo del caffè importato e del prodotto finale. Impressionante la crescita delle quotazioni di caffè e cacao su base annua

 

Gabriele Picello
a cura di Gabriele Picello – redattore capo per Commodities Trading

 

I dazi sulle importazioni imposti dall’amministrazione Trump incombono sui mercati e a essere in affanno è anche l’industria del caffè statunitense con gli analisti che parlano di un potenziale aumento dei prezzi nei bar e nei supermercati. Questo perché, tra i Paesi colpiti dai dazi, troviamo Brasile, Colombia e Vietnam con i primi due che pesano per circa il 60% delle importazioni di caffè statunitensi, circa 1,36 milioni di tonnellate nel 2024.

Brasile e Colombia forniscono la maggior parte del caffè Arabica in ingresso negli USA e, a partire dal 5 aprile 2025, le importazioni del prodotto sono interessate da un’imposta del 10%, un evento che non farà altro che aumentare le difficoltà che già devono affrontare i torrefattori a causa dei prezzi elevati raggiunti dalle materie prime; difficoltà che, con tutta probabilità, si tradurranno in un aumento del costo per i consumatori. Una scelta che pare l’unica strada percorribile, anche se, sino ad ora l’industria di settore ha evidenziato una grande cautela nell’agire in questo senso.

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