Lo scorso 27 maggio ci ha lasciato un imprenditore che ha segnato, in maniera indelebile, la storia del Vending italiano: Epaminonda Scaltriti, detto Titti.
Fondatore prima della Dorando e poi di Gruppo Argenta nel 1968, Scaltriti è stato un pioniere della Distribuzione Automatica, settore in cui era entrato dopo una esperienza di successo come gestore di bar nella zona di Carpi (Reggio Emilia) assieme ad altri due soci.
Scaltriti è stato anche uno dei costituenti di CONFIDA e più volte consigliere dell’Associazione stessa. Il presidente Massimo Trapletti ha riservato a Titti un commosso ricordo, anche attraverso la proiezione di un video commemorativo, durante l’Assemblea Generale di Confida dello scorso 15 giugno.
Innovatore e visionario, Scaltriti fu il primo a credere e a investire nelle operazioni di M&A nel Vending. Nel 2004 portò, infatti, a termine la fusione per incorporazione di 9 società di gestione controllate da Gruppo Argenta S.p.a., attraverso la quale l’azienda divenne allora l’impresa di Vending leader in Italia. Fu precursore, inoltre, del sodalizio tra imprenditoria e finanza nella Distribuzione Automatica con l’ingresso inizialmente nel Gruppo Argenta di due fondi di investimento del Private Equity – Quadrivio Sgr e SanPaolo Imi PE – a cui fece seguito l’arrivo di Advent International, società leader di private equity globale, affiancata dal fondo di investimento italiano PM&Partners come socio di minoranza.
Nel 1994 era stato insignito del titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Vending Magazine ha deciso di ricordare Epaminonda Scaltriti attraverso le parole scritte dalla figlia Serena, anche lei oggi imprenditrice del Vending, che ha tratteggiato la figura di suo papà ponendo un accento particolare sugli aspetti più intimi e autentici di Epaminonda.
Ringraziamo Serena per il prezioso contributo. La nostra redazione le porge ancora le proprie condoglianze, estese a tutti coloro che hanno conosciuto e apprezzato il signor Scaltriti.
“Che altro c’è da aggiungere su Epaminonda? Hanno già detto e scritto tanto su di lui i soci, gli ex collaboratori, gli amici e i colleghi gestori: uno dei fondatori del Vending, innovatore e per molti un secondo padre.
Come figlia posso dire che Titti, o “baffo argentato” come qualcuno lo chiamava affettuosamente, era un uomo come tanti, con le sue fragilità, le sue debolezze e le sue insicurezze con le quali combatteva ogni giorno ma che gli davano anche quella forza e quella determinazione che l’hanno portato a ottenere grandi risultati da imprenditore e, perché no, lo hanno anche indotto a commettere qualche umanissimo sbaglio.
Lo scopo della sua vita è stato di “fare impresa” e di creare posti di lavoro, spinto da una voglia irrefrenabile, e forse a volte esasperata, di affermazione personale e di rivalsa verso qualcosa o qualcuno, forse proprio verso se stesso.
Uomo tutto d’un pezzo, che non faceva mai trapelare le proprie emozioni o angosce, era sempre sorridente e pronto ad ascoltarti e a darti un buon consiglio, rispettoso dei valori umani.
Per le decisioni importanti l’ultima parola doveva sempre essere la sua, difensore a spada tratta delle proprie idee tanto da pagarne lui medesimo eventuali conseguenze negative.
Genitore molto impegnato e di conseguenza poco presente fisicamente, ecco che a un certo punto della mia vita ho avuto la conferma di avere una sorella maggiore di nome Argenta, per cui mio padre, come per una “vera” figlia, ha dato cuore e anima. Argenta era per lui la primogenita da cui ci si aspetta tanto e per me la sorella maggiore per cui è normale provare un po’ di gelosia ma a cui devo tanto e dalla quale nel mio caso, anche se indirettamente, ho imparato molto. Come qualsiasi genitore, mio padre ha sofferto dapprima quando l’ha dovuta lasciare per poi ammalarsi quando essa stessa si è “ammalata”. Insomma una vita vissuta a pieno e fino in fondo tra forti emozioni, importanti successi e tanti rimpianti”.
Grazie di tutto papà
Serena Scaltriti