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CARCERE DI SECONDIGLIANO, DIOCESI DI NAPOLI E KIMBO PER “UN CHICCO DI SPERANZA”

Grazie al lavoro di intermediazione dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli, nella persona di Antonio Mattone, e dopo mesi di incontri, studi, confronti e approfondimenti tra Giulia Russo, direttore della Casa Circondariale “P. Mandato” di Secondigliano, e Mario Rubino, presidente di Kimbo S.p.A., con l’assenso del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, si è giunti alla firma del protocollo d’intesa per il progetto “Un Chicco di Speranza”. Oltre che dalla dott.ssa Russo e dal dott.  Rubino, il protocollo è stato siglato anche da mons. Domenico Battaglia per la Diocesi di Napoli, e da Patrizia Mirra, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, parti attive e fondamentali per l’attuazione e lo sviluppo del progetto.

“Un Chicco di Speranza” è partito dall’Ufficio del lavoro dell’Arcidiocesi che si è adoperato a sensibilizzare la Kimbo affinché proponesse a favore dei detenuti della C.C di Secondigliano un progetto di formazione e di avviamento al lavoro “reale e costruttivo” per “creare i presupposti di una cittadinanza attiva”, come recita il pay-off del progetto.

Il protocollo impegna le parti a sviluppare i seguenti focus:

  1. A) Organizzare per i detenuti individuati, un’attività di training funzionale alla formazione professionale di barista quale opportunità di reinserimento sociale nonché come manutentore tecnico, quale opportunità di reinserimento sociale e lavorativo.
  2. B) D’intesa con i referenti dell’istituto penitenziario, sarà allestito all’interno dell’istituto un magazzino ricambi per le macchine bar di proprietà di Kimbo da riparare o rigenerare, nonché, per i detenuti in semi-libertà, la possibilità di prelievo e riconsegna presso i punti vendita bar delle macchine da caffè di proprietà di Kimbo su cui intervenire tecnicamente. Si valuterà in corso d’opera la possibilità di istituire all’interno dell’istituto penitenziario delle officine tecniche per l’esecuzione delle attività di rigenerazione delle macchine da caffè di proprietà di Kimbo da utilizzarsi nel settore Bar/Ho.Re.Ca.
  3. C) Con il coinvolgimento della Facoltà di Agraria della Università “Federico II”, è allo studio la coltivazione di una piccola piantagione di caffè in un percorso di sostenibilità, sfruttando le potenzialità organolettiche di un appezzamento di terreno, dell’estensione di 10.000 mq, ubicato nel perimetro dell’istituto penitenziario.

“Abbiamo ricevuto tanto da Napoli, in 60 e più di attività, e significativamente siamo e restiamo in questa area della città per manifestare la nostra gratitudine – ha affermato Mario Rubino – . Se oggi Kimbo è il caffè di Napoli distribuito in 100 Paesi del mondo lo dobbiamo anche alle nostre radici. Siamo nati nel Rione Sanità nel 1963 e i fondatori della nostra azienda, Elio, Francesco e Gerardo Rubino, hanno scelto Melito di Napoli come area per impiantare lo stabilimento industriale credendo e investendo sul territorio. Oggi sentiamo il dovere di restituire, nel nostro piccolo, a chi tanto ci ha dato. E, con l’esperienza di 30 anni di medico del Pronto Soccorso del più grande ospedale del Sud Italia, spero tanto di non essere l’unico, ma di riuscire a coinvolgere presto altri imprenditori nella mia visione di benessere e di sostenibilità sociale”.

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