WeYou srl, società nel settore del vending, acquisisce un nuovo cliente di prestigio, la fabbrica d’armi Beretta. L’azienda, con sede a Gardone Val Trompia (Brescia), realtà storica nata nel 1526, si aggiunge alla clientela servita dagli oltre 7.500 distributori automatici, su un territorio che interessa Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto. “Avere tra i nostri clienti aziende storiche, con marchi conosciuti in tutto il mondo, è sicuramente un motivo di orgoglio”, commenta Davide Zanoni, amministratore di WeYou Srl.
La buona notizia arriva in un momento in cui la società con sede a Castiglione delle Stiviere (MN) deve fare i conti, nonostante un incremento del fatturato che ruota attorno al 5% (grazie alle maggiori battute registrare soprattutto sulle bevande calde, visto che le altre in flessione hanno risentito della partenza ritardata dell’estate), con l’aumento dei costi delle materie prime che interessa tutto il settore del vending. In particolare, a preoccupare gli operatori è il balzo compiuto dal prezzo del caffè, prodotto tra i più venduti nei distributori automatici. Il prezzo del caffè Robusta è arrivato a 5.127 dollari a tonnellata, arrivando quasi a toccare l’apice raggiungo dall’Arabica (5.500 euro/ton). Nel 2022 il prezzo medio della qualità Robusta era di 2.090 dollari, meno di metà di quanto costava l’Arabica (4.773). Rispetto a quell’anno oggi una tonnellata di Robusta costa il 145% in più. “Per il nostro comparto – commenta Sabrina Zanoni, amministratrice di WeYou – è un aumento folle, che si aggiunge a quello di altre materie, oltre all’incremento dei costi del personale. Siamo davanti ad una crescita inarrestabile dei costi, aggravata anche dalla difficoltà di reperire sul mercato alcune delle miscele che avevamo selezionato”.
Anche WeYou Srl, azienda che in questi mesi ha operato cercando in tutti i modi di non scaricare l’aumento dei costi sul prezzo dei prodotti in vendita, sarà costretta, vista la situazione generale, ad un aumento del caffè erogato nei propri distributori automatici. “Ritoccare il listino prezzi – spiega Pio Lunel – è sempre una scelta difficile, ma in questo caso inevitabile per non dover ulteriormente ridurre i margini di operatività aziendale, già fortemente contenuti”.