Ritorno alla normalità? È forse esagerato, andiamoci piano. Il peggio è alle spalle? Meglio non eccedere nella fiducia. Il Vending ha nella sua genetica una forte componente di prudenza (certe volte esagerata). La prima analisi dell’Osservatorio Permanente di VM ed Eidos Consulting, nato con l’obiettivo di raccogliere e analizzare informazioni trimestrali sui trend del mercato delle gestioni, ha dato, però, un’indicazione chiara e netta: la Distribuzione Automatica ha riacceso tutti i motori del business.
Il resoconto curato dal dottor Franco Bompani evidenzia, infatti, che i principali indici economici del settore volgono al sereno. Su due valori ci vogliamo soffermare, perchè sono indicativi dello stato di salute del Vending: rispetto al primo trimestre del 2022, nei primi tre mesi del 2023 l’incremento dei ricavi è stato superiore all’aumento dei costi del 5,5%, determinando così un ampliamento dei margini. Il 92% delle aziende valuta positivamente le prospettive di sviluppo per il 2023.
Quali le prospettive per i prossimi mesi? È perfino pleonastico ribadire che il Vending è influenzato, nel suo fluttuare, dalla presenza delle persone nei luoghi di lavoro. L’Osservatorio SmartWorking di Confindustria stima nel 2023 un pubblico di 3.630.000 dipendenti che ricorreranno al lavoro da remoto in forma ibrida (alternando la presenza in ufficio all’attività da casa). Un dato leggermente superiore ai 3.570.000 del 2022: l’ennesima conferma del cristallizzarsi di questa modalità di organizzazione aziendale che nasconde alcuni “se” e tanti “ma” e non solo per la questione delle macchinette del caffè. Ci spiega sempre Confindustria – con l’avallo di sindacalisti e delle ricerche della Federal Reserve americana e delle Università di Iowa e Harvard – che se il lavoratore non vuole più rinunciare alla flessibilità (che per i nuovi assunti diventa prioritaria anche rispetto all’entità della retribuzione), gli imprenditori sono ora preoccupati per la perdita di competenze e della capacità di innovare a causa della minore interazione face-to-face tra le persone. Al pre-Covid, però, non si tornerà. Inutile farsi illusioni. Il Vending – al netto di acquisizioni e aggregazioni – ha una sola via di crescita e si chiama redditività delle vendite e qualità del servizio, perché lo sviluppo commerciale è difficile in un mercato “maturo” ma è comunque possibile. Ce lo hanno spiegato le aziende intervistate di recente dalla nostra testata, ultima in ordine di tempo Universo Vending in questo numero.
Il Centro Studi di Confindustria conclude il suo report parlando di “venti favorevoli sulla rotta dell’economia italiana” per il calo del prezzo del gas che “alimenta la fiducia” di cittadini e aziende, anche se l’inflazione resta alta. Il PIL segnala una crescita dello 0,5% nel primo trimestre ‘23, superiore alle attese e migliore di quello di Francia e Germania, con la possibilità di arrivare all’1% a fine anno.
L’ultimo triennio ci ammonisce, però, che i venti possono anche cambiare rotta e da brezza di bonaccia diventare impetuosi se non anche trasformarsi in tornado. Ma l’imprevedibilità del corso degli eventi – ben riassunta dalla teoria del “Cigno Nero” – non deve farci paura e lo dimostra il modo con cui il Vending ha saputo resistere agli sconvolgimenti succedutisi dal 2020, riprendendo, a passo cadenzato, a crescere. La sensazione che emerge dal nostro Osservatorio è che la capacità di resistere a questi tre anni di “sciagure” abbia creato tra gli operatori del Vending una corazza non solo economica ma anche morale e di mentalità che aiuterà, nell’eventuale caso di altri accadimenti negativi, le nostre imprese a mantenere l’equilibrio dei conti. Siamo consapevoli che l’instabilità è un fattore stanziale del mondo contemporaneo, ma restiamo ottimisti e lavoriamo per un futuro solido del Vending che passerà da “digitalizzazione e sostenibilità”. Ambiti non più astrusi e temuti da chi fa impresa ma reali opportunità se in azienda sapremo creare lo spazio a figure professionali in grado di farli fruttare e di renderli una prassi e un valore aggiunto. Investire in capitale umano, in una fase di passaggio epocale come questa, non sarà mai denaro sperperato ma una “capitalizzazione del sapere” che farà crescere il conto economico e la credibilità del Vending.
Enrico Capello
capello@vendingpress.it