
Nella giornata di mercoledì 26 novembre, il Parlamento Europeo ha disposto il rinvio di oltre un anno (a seconda della dimensione delle imprese) dell’applicazione della EUDR, il Regolamento atto a prevenire la deforestazione: un pilastro della cosiddetta agenda “green” dell’UE. La EUDR impone il divieto all’importazione di prodotti – quali, ad esempio, caffè, cacao e olio di palma – potenzialmente legati alla pratica della deforestazione. Una norma che si scontra, però, con l’opposizione di alcuni settori produttivi e Paesi che reputano che le misure siano costose e logisticamente complesse.
Favorevoli all’implementazione dell’EUDR sono diversi colossi dell’agroalimentare – come Nestlé, Ferrero, Mars Wrigley ed Olam Agri – che a ottobre avevano inviato una lettera alla Commissaria Europea per l’ambiente, Jessika Roswall, esprimendo preoccupazione per il possibile ulteriore ritardo nell’entrata in vigore della EUDR. Le multinazionali hanno già investito risorse per garantire la conformità dei loro prodotto al Regolamento e temono che nuovi rinvii generino incertezze e costi aggiuntivi. Tranchant l’opinione dell’organizzazione per i diritti umani Business For Nature, che ha definito il rinvio “…una profonda mancanza di coraggio politico”.