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Vending Magazine porta la Distribuzione Automatica in “Bocconi”

Franco Bompani di Eidos Consulting ha presentato al Salone della CSR di Milano la pubblicazione “Report di Sostenibilità del Vending 2019” edita dalla nostra casa editrice. Presenti anche CDA e Coven/Gruppo Illiria

 

Vending Magazine è stata tra i protagonisti della settima edizione del “Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale” svoltosi l’1 e 2 ottobre in Università “Bocconi” a Milano e promosso dall’ateneo con CSR Manager Network, Fondazione Global Compact Network Italia, ASviS, Fondazione Sodalitas, Unioncamere e Koinètica. Il salone è considerato l’evento più importante in Italia legato alla Sostenibilità poiché riunisce operatori, esperti e studiosi che si confrontano su esperienze e progetti per coniugare il rispetto dell’ambiente e del sociale con il profitto che, in aziende dalla visione ampia, viene trasformato in valore da condividere, con effetti positivi sulla reputazione delle stesse. Il Salone permette, perciò, di conoscere le imprese che hanno fatto della Sostenibilità un driver strategico.

L’edizione 2019 ha registrato una grande affluenza e partecipazione: oltre 6.000 presenze, 100 eventi, 451 relatori e 216 organizzazioni.

Vending Magazine è stata relatrice nell’ambito del convegno “Economia circolare, dal riutilizzo alla lotta allo spreco”. È intervenuto, infatti, il nostro collaboratore, il dottor Franco Bompani, presidente di Eidos Consulting Srl, che ha parlato di Distribuzione Automatica presentando la pubblicazione “Report di Sostenibilità del Vending 2019” da lui stesso curata per Vending Press Srl. Il convegno, coordinato dalla giornalista di ADNKronos e Prometeo, Loredana Errico, ha registrato anche gli interventi di Alessandro Agrelli, Responsabile sistema di gestione e compliance Deco; Riccardo Calvi, Responsabile Comunicazione P&G Italia; Fabrizio Cattelan, Amministratore Delegato CDA; Tiziana Massara, Consigliere AISEC (Associazione Italiana per lo Sviluppo dell’Economia Circolare); Monica Paoluzzi, Marketing Director Just Eat Italia; Luciano Pirovano, Sustainable Development Director Bolton Food; Fulgenzio Razio, Responsabile HR Fonderie di Torbole; Stefano Stellini, Responsabile Relazioni Esterne CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio).

I relatori hanno affrontato varie tematiche: la necessità di ripensare il modello di sviluppo, l’attenzione per il riu-tilizzo e per il consumo responsabile, la riduzione degli sprechi e la diminuzione dei rifiuti durante tutto il ciclo produttivo.

 

La testimonianza di Fabrizio Cattelan

 

ECONOMIA CIRCOLARE: L’ESPERIENZA DEL VENDING

Vending Magazine ed Eidos Consulting hanno partecipato all’incontro su “Economia circolare, dal riutilizzo alla lotta allo spreco”. In questo ambito abbiamo presentato il primo Report di Sostenibilità del Settore del Vending.

Nel mio intervento ho evidenziato inizialmente alcuni aspetti di carattere generale. Nell’Unione Europea ogni anno si usano quasi 15 tonnellate di materiali a persona (fonte Eurostat) e ogni cittadino UE genera una media di oltre 4,5 tonnellate di rifiuti l’anno, di cui quasi la metà è smaltita nelle discariche. È del tutto evidente che l’economia tradizionale, la cosiddetta “economia lineare”, che è quella che si affida esclusivamente allo sfruttamento delle risorse – che parte dalle materie prime, passa attraverso le fasi di produzione, distribuzione e consumo e finisce con il generare rifiuti – non è più un’opzione praticabile.

L’economia circolare, invece, che ha un ciclo non lineare ma ripetuto, a forma di cerchio, è quella del futuro: c’è una fase di progettazione in cui si deve tenere conto, fin dall’inizio, del riciclaggio; poi c’è la produzione che può essere anche declinata come ricostruzione del prodotto; quindi il consumo che deve rendere possibile il riutilizzo e la riparazione. Infine, va sviluppato il momento della raccolta dei rifiuti che deve rendere possibile il riciclaggio, mandando a rifiuto solamente una parte minima dei componenti.

Parlando del “Report di Sostenibilità del Vending 2019”, siamo partiti dall’illustrazione di alcuni dati di settore tratti dalla ricerca Accenture/Confida: un fatturato globale nel 2018 di circa 2.562.000.000 €uro, 3.000 aziende, 33.000 dipendenti, 1 distributore automatico ogni 73 abitanti, 83 acquisti annuali alle vending machines per ogni italiano (che salgono a 97 nella fascia di età 14-90 anni), circa 823mila distributori automatici installati.

Abbiamo parlato di Confida – Associazione Italiana Distribuzione Automatica – che rappresenta l’intera filiera del Vending, e di Venditalia, la principale fiera di settore a livello mondiale.

Il “Report di Sostenibilità del Vending 2019” è in pratica il primo Bilancio di Sostenibilità del nostro settore, in cui sono riportate le “Best Practices” sulla Sostenibilità e Responsabilità sociale e a cui hanno aderito 27 aziende in rappresentanza di un comparto che sviluppa un valore aggiunto pari a 687.411.168 €uro, di cui il 77,83% va in remunerazione del personale. Quindi un settore a forte tasso di occupazione, sostenibile e socialmente responsabile.

Il Report è stato realizzato da Eidos Consulting Srl, una società di servizi e consulenza alle imprese che da 20 anni si occupa di Vending, e dalla rivista “Vending Magazine” (edita dalla Vending Press Srl) che dal 1977 è la realtà editoriale di riferimento del settore.

Ci siamo soffermati su alcuni aspetti particolari, ad esempio l’ampia diffusione tra le aziende dei modelli certificativi: Certificazione di servizio TQS Vending, con 185 tra aziende e filiali certificate; Certificazione di Qualità ISO 9001:2015, con 174 aziende certificate; Certificazione ambientale ISO 14001:2015, con 29 aziende certificate; Certificazione sulla Salute e Sicurezza sul lavoro OHSAS 18001:2017, con 11 aziende certificate; Certificazione di Responsabilità Sociale SA 8000:2014; Certificazione di Sicurezza Alimentare ISO 22000:2018, con 34 aziende certificate; Certificazione HACCP 10854:1999; Certificazione energetica ISO 50001:2011.

Infine, abbiamo illustrato alcuni dei progetti di economia circolare sviluppati dalle realtà del nostro settore. In particolare ci siamo soffermati sul progetto RiVending, promosso da Confida insieme a Corepla e Unionplast (vedere box a pag. 12 ndr). È un progetto che può definirsi “zerorifiuti” perché la plastica di bicchierini e palette gettati dopo l’utilizzo nell’apposito contenitore del RiVending viene riciclata e reimmessa nel ciclo produttivo di nuovi prodotti.

Al centro del progetto c’è lo speciale contenitore, posizionato a fianco del distributore automatico, con un sacchetto di colore diverso da quelli del resto della raccolta differenziata dove gettare bicchieri e palette in plastica dopo l’uso. Il coperchio del contenitore presenta fori grandi quanto il diametro dei bicchieri, oltre a un foro per le palette.

Viene recuperata una plastica di alta qualità a monte del processo, evitando i costosi e dispersivi passaggi di separazione dalle altre plastiche e di lavaggi industriali spinti.

L’obiettivo finale a cui tende il progetto è quello di trasformare il bicchiere usato in un nuovo bicchiere creando così nel settore un’efficiente economia circolare.

Abbiamo, poi, presentato alcuni esempi di progetti relativi al recupero dei fondi di caffè.

Gruppo IVS: raccolta e recupero dei fondi di caffè per la loro trasformazione prima in biogas e poi in energia pulita. L’ammontare dell’energia prodotta equivale al consumo medio annuo di 19 famiglie (considerando un nucleo di 4 persone).

CDA: è stata avviata una collaborazione con l’Associazione Animaimpresa e con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Udine (tramite lo spin-off Bluecomb). Il progetto, premiato con il “Good Energy Award”, prevede il recupero dei fondi di caffè che sono trasformati in pellet come fonte di energia delle stufe pirolitiche che producono calore da biomasse. I residui della combustione possono poi essere impiegati come ammendante per il terreno.

Ferri Distributori Automatici: ha attivato un progetto per il riutilizzo dei fondi di caffè come concime, per una parte stimata intorno al 10% della quantità totale annua.

Gruppo Illiria: mensilmente l’azienda raccoglie circa 70 tonnellate di fondi di caffè che vengono inviati come scarto vegetale all’interno di un fermentatore in un impianto a biogas. Il progetto di raccolta, che coinvolge attualmente quasi tutte le sedi del Gruppo, è partito dal 2014 a seguito di uno studio volto a ottimizzare l’utilizzo del rifiuto umido dei distributori automatici, programmandone il ritiro nei vari depositi. Il risultato della raccolta e della successiva fermentazione permette di ottenere: biogas, convertito in energia elettrica grazie a un cogeneratore e ceduto alla rete nazionale; calore, utilizzato per il processo di fermentazione stesso e per il riscaldamento; digestato, ovvero fertilizzante liquido naturale da utilizzare nelle coltivazioni.

Abbiamo poi dibattuto sul tema delle merendine e delle bibite gasate. È stata evidenziata la funzione positiva dei distributori automatici che erogano monoporzioni, mentre le confezioni famiglia sono quelle che possono determinare maggiori problemi.

Infine si è discusso del tema della rendicontazione degli impatti sociali e ambientali.

Dal 25 gennaio 2017 è entrato in vigore in Italia il D.Lgs. 254/16 in attuazione della direttiva 2014/95/UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di imprese di grandi dimensioni, caratterizzate da un numero di dipendenti superiore a 500 unità e da uno stato patrimoniale oltre i 20 milioni di Euro o, in alternativa, da un totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni pari o superiore a 40 milioni di Euro.

Ai sensi dell’art. 3 del Decreto la “dichiarazione individuale di carattere non finanziario” deve essere di approfondimento sufficiente per permettere una chiara comprensione dell’attività di azienda, del suo andamento, dei suoi risultati e dell’impatto che lei stessa ha determinato.

Esistono poi vari modelli di rendicontazione come il GRI (Global Reporting Initiative) Standard o il Reporting Integrato dell’International Integrated Reporting Council (IIRC).

Franco Bompani

www.eidosconsulting.it

 Eidos Consulting Srl

 
CDA PARLA DI ECONOMIA CIRCOLARE

“Ripensare il modello di sviluppo diventa sempre più urgente: anche per questo un numero crescente di imprese ha posto al centro dell’attenzione il riutilizzo, il consumo responsabile, la riduzione degli sprechi e la diminuzione dei rifiuti durante tutto il ciclo produttivo”. Questo il tema del seminario tenutosi a Milano presso l’Università Bocconi il 2 ottobre all’interno del programma del Salone della CSR Corporate Social Responsability e dell’Innovazione Sociale cui ha preso parte come speaker Fabrizio Cattelan, CEO di CDA Cattelan Distributori Automatici. Un incontro dal titolo “Economia Circolare, dal riutilizzo alla lotta allo spreco” nel quale l’azienda friulana è stata invitata a parlare dei vari e diversificati progetti insieme ai risultati raggiunti attraverso l’impegno nel campo della sostenibilità. Esempio di come anche una realtà di piccole dimensioni possa avviare e realizzare con coerenza buone prassi, promuovendole verso clienti, fornitori e i soggetti del territorio.

CDA Cattelan Distributori Automatici ha riconfermato, quindi, anche quest’anno, il quarto consecutivo, la propria presenza di testimonianza attiva al Salone.

“Essere di nuovo qui come azienda coinvolta nei lavori – ha commentato Fabrizio Cattelanci consente di parlare della nostra filosofia tradotta in fatti tangibili, degli investimenti dedicati alla ricerca e all’innovazione sostenibile e, allo stesso tempo, ci permette di fare il punto e dare riscontro sull’evoluzione di attività che l’anno precedente erano magari allo stato di progetti iniziali o in sviluppo. In questa edizione del Salone, ad esempio, abbiamo potuto raccontare di un risultato premiante per noi: la selezione del progetto sul riutilizzo dei fondi di caffè a fini energetici di cui si è discusso in giugno al G20 di Tsukuba in Giappone al tavolo dei ministri economici. Lo studio, che abbiamo condotto con Animaimpresa e il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Udine tramite lo spin-off Bluecomb, è stato scelto, infatti, dal Ministero dello Sviluppo Economico per il suo valore scientifico e perché risponde ai criteri dell’economia circolare e di crescita economica sostenibile e inclusiva”. Il progetto è stato pubblicato anche sul sito del METI, il Ministero dell’Economia e del Commercio e dell’Industria giapponese.

“Soddisfazione e conferma di un percorso corretto – continua Cattelan – che stiamo seguendo per dare un contributo alla sfida, sempre più pressante, di mitigare l’impatto ambientale causato dalla produzione di beni e dagli scarti che ne derivano. Aggiungo che l’azienda, per noi, è un bene della società e non un bene esclusivo dell’imprenditore. È con questa convinzione che gestiamo CDA, seguendo i principi della responsabilità sociale d’impresa”.

Attraverso questa iniziativa si è arrivati al risultato di riutilizzare i fondi di caffè come fonte di energia nelle stufe pirolitiche che producono calore da biomasse. I residui della combustione, costituiti da carbone vegetale, potrebbero poi essere impiegati come ammendante per il terreno, rendendo di fatto il caffè una risorsa senza fine.

Per lo stesso progetto, nel 2018 la CDA era già stata selezionata e inserita nel rapporto “100 italian circular economy stories. Le filiere, le tecnologie e i campioni dell’economia circolare made in Italy”, curato da Enel e Fondazione Symbola. L’impegno dell’azienda nel riciclo degli scarti prodotti dai fondi di caffè è stato premiato anche con il “Good Energy Award”.

Una seconda collaborazione, con la start-up Micomondo, ha come obiettivo, invece, l’utilizzo dei fondi di caffè nella produzione di funghi commestibili. CDA utilizza 60 tonnellate annue di caffè in grani che danno luogo a circa 100 tonnellate umide, dalle quali potrebbe essere possibile ricavare fino a 50 tonnellate di funghi.

Legato al riutilizzo degli scarti c’è anche il progetto che vedrà la costruzione presso la sede dell’azienda di un impianto di smaltimento rifiuti che consentirà di recuperarli e inviarli a una struttura di biogas in Friuli Venezia Giulia o, in parallelo, di impiegarli nel settore farmaceutico.

Recentemente CDA è stata protagonista di un altro evento incentrato sull’Innovazione Sociale: il talk “Parliamone”, organizzato a Udine da Friuli Innovazione-Centro di Ricerca e Trasferimento Tecnologico nell’ambito del progetto europeo SIAA (Social Impact for the Alps Adriatic Region). Nell’occasione Eleonora D’Alessandri, Corporate Social Responsibility Manager e Responsabile Comunicazione&Marketing, si è soffermata su alcuni temi sensibili per il Vending, come l’uso della plastica, richiamando l’importanza da parte dell’impresa di porsi delle domande sull’impatto che certe scelte posso avere, spingendo verso quelle con effetti positivi socialmente ed economicamente.

“FOOD POVERTY LAB” DI BOLTON

Bolton Food mette a disposizione del Banco Alimentare alimenti di ottima qualità e perfettamente edibili – ma che per varie ragioni non possono più essere venduti – affinché siano utili per le persone indigenti. Per procedere nel suo intento “Responsabile” l’azienda, titolare di marchi come Rio Mare e Palmera, ha partecipato al “Food Poverty Lab”. L’obiettivo è quello di individuare soluzioni per il recupero delle eccedenze lungo i processi di produzione delle Insalatissime presso la fabbrica di Cermenate (Como). Lo stabilimento nel 2018 è diventato così protagonista del progetto. Le eccedenze originate dallo svuotamento della riempitrice delle verdure sulla linea delle Insalatissime vengono riconvertite in sacchetti adatti al contatto alimentare. I sacchetti sono opportunamente etichettati con informazioni riguardanti il nome del mix di verdure, il giorno di produzione, il peso, gli allergeni e l’inserimento delle indicazioni di utilizzo. Le eccedenze hanno vita utile di 24 ore previa cottura e, pertanto, i ritiri sono fatti quotidianamente da Siticibo (Banco Alimentare) e da altre strutture del territorio.

Per quanto riguarda i beneficiari sono stati individuati 4 strutture caritative.

I numeri confermano il successo dell’iniziativa: 100 kg di prodotto recuperato ogni giorno sulle linee di produzione, 19 tonnellate all’anno di eccedenze recuperabili con la produzione pianificata, 35mila Euro il valore del prodotto recuperato (inclusi i costi evitati per lo smaltimento). La collaborazione con Banco Alimentare ha permesso a Bolton di valorizzare un prodotto che sarebbe andato a produrre, altrimenti, del biogas.

IL RISTORANTE SOLIDALE

Ristorante Solidale nasce per sensibilizzare sul tema della riduzione degli sprechi alimentari in Italia, aiutando comunità e famiglie meno fortunate con donazioni di cibo. Grazie alla possibilità di Just Eat (azienda di food delivery) di mettere in comunicazione chi prepara il cibo con chi, in questo caso, ne ha più bisogno, Ristorante Solidale unisce l’innovazione e la tecnologia del food delivery alla solidarietà, raccogliendo le eccedenze alimentari cucinate dai ristoranti partner di Just Eat, pronte per essere consegnate a domicilio e consumate. Il progetto è svolto in collaborazione con Ponyzero e grazie al supporto di Caritas. Nasce nell’ambito della legge “anti-spreco” 166/2016 che favorisce le donazioni di cibo. In 3 anni sono stati forniti circa 6mila pasti “solidali”.

 

ILLIRIA PER IL RICICLO DELLA PLASTICA

Gruppo Illiria, azienda socia del Consorzio Coven, è intervenuta alla 7a edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale partecipando al panel “La plastica negli oceani: programmi, iniziative, impegni”. Mario Toniutti, Direttore Generale di Illiria e Vice Presidente Confida, ha tenuto uno speech sul tema della sostenibilità applicata al settore della Distribuzione Automatica, presentando il progetto RiVending, un ciclo di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica per distributori automatici. Si tratta di un’iniziativa concreta e sostenibile contro lo spreco che favorisce la riduzione di rifiuti plastici nell’ambiente e di un modello di riciclo virtuoso che, provenendo dal settore del Vending notoriamente incentrato sull’uso della plastica monouso, assume un valore più forte e si fa portatore dell’urgenza e della necessità di un cambiamento culturale. Ri-Vending è un progetto ideato da Confida, Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) e Unionplast (Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche – Federazione Gomma Plastica).

“Da diversi anni il tema della salvaguardia dell’ambiente è entrato a far parte della strategia e della politica di tutte le aziende socie del Consorzio – spiega Massimo Ferrarini, presidente di Coven. La riduzione della plastica è un cambiamento significativo nel nostro settore. La vera sfida per mettere in atto un cambiamento significativo è riciclare. Le aziende della filiera sono già da oggi pronte a promuovere e aumentare l’impiego di materiali provenienti da circuiti di riciclo, senza che ciò infici la qualità dei prodotti e la sicurezza dei consumatori. Rivending è un programma all’avanguardia, sostenibile e praticabile fin da subito”.

 

Mario Toniutti
 
RIVENDING SI DIFFONDE IN TUTTA ITALIA

Il progetto RiVending (www.rivending.eu), il “circuito chiuso” di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica per distributori automatici promosso da Confida insieme a Corepla e Unionplast, è finalmente disponibile in tutta Italia. L’obiettivo è raggiungere l’installazione di 5mila punti di raccolta nel 2020.

Dopo la fase test nella città di Parma, in cui si è affinato il modello organizzativo, oggi le imprese di gestione possono aderire all’iniziativa e promuovere il progetto presso i propri clienti.

L’incarico della gestione operativa del progetto è stato affidato a Venditalia Servizi Srl a cui le società di gestione si possono rivolgere per aderire e acquistare il kit composto da un cestino corredato da un cartello informativo che deve essere posizionato a fianco del distributore automatico.

Operativamente il progetto sarà diviso in due fasi:

Fase di educazione: verranno coinvolti i clienti interessati, posizionati i cestini e promossa una comunicazione sul progetto da parte dei clienti stessi verso i propri utenti e le imprese di pulizie. Quando si inizia il progetto in una nuova Provincia o Città, il gestore del servizio e Venditalia Servizi si confronteranno per comunicare il progetto al Comune e all’azienda incaricata per la gestione dei rifiuti del territorio. In questa prima fase all’interno del cestino verrà inserito il normale sacchetto della raccolta differenziata della plastica.

Circuito chiuso RiVending: al raggiungimento di un numero di tonnellate che renda efficiente il progetto in una determinata citta/provincia, all’interno del cestino RiVending, il sacco della plastica verrà sostituito col sacco verde e blu di RiVending e realizzato l’accordo con la società incaricata della raccolta dei rifiuti per l’avvio del circuito separato di raccolta e riciclo di bicchierini e palette.

Per info: Venditalia Servizi (Marco Sandro: marco.sandro@rivending.eu – 348/015.75.63)

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