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Maini Vending: Impresa di Gestione da “Oscar”

L’azienda piacentina, la migliore come performance finanziaria secondo l’ultimo studio di VM/Eidos Consulting, si racconta, in piena emergenza Covid-19, direttamente dalla prima “zona rossa”

 

 

I fratelli Giovanni e Graziano Maini

L’Italia è la patria del “bello”. Cerchiamo il positivo anche nelle difficoltà, perché il nostro Paese in fondo è questo: una tensione continua alla ricerca dell’originalità e del saper fare bene le cose, “impastando” inventiva e senso pratico. Ecco perché VM, soprattutto in questa fase terribile della nostra esistenza per la pandemia universale da Covid-19, vuole valorizzare il “bello” del Vending, le sue storie di successo, gli imprenditori e le aziende che meglio esaltano il concetto di “Made in Italy”. Perché la ripartenza dell’Italia, seppur difficoltosa e contingentata, coinciderà anche con la ripartenza della Distribuzione Automatica.

VM ha intervistato la ditta piacentina Maini Vending S.r.l., l’impresa di gestione vincitrice della terza edizione degli “Oscar del Vending italiano”.

Maini Vending S.r.l nacque nel 1971 quando il titolare Giovanni Maini iniziò a svolgere l’attività di Distribuzione Automatica in uno scantinato di Borgonovo Val Tidone (Piacenza).

Inizialmente l’azienda era in forma di ditta individuale come “Maini Giovanni”; in seguito all’affiancamento del fratello Graziano, 10 anni dopo è diventata “Maini Vending S.n.c.” e quindi S.r.l.

Più di recente, nel 2017, Molinari S.p.a. – azienda appartenente a Buonristoro Vending Group – ha acquistato il 45% delle quote di Maini Vending.

 

Il progressivo sviluppo di Maini ha generato l’acquisizione di nuovi importanti clienti e un costante incremento di operatori e mezzi. A fine anni ’90
i fratelli Maini hanno realizzato la nuova sede
che oggi offre la possibilità di gestire un ampio magazzino per i prodotti e di avere a disposizione uffici e attrezzature idonei a svolgere con maggiore efficienza il lavoro.

Lo stabilimento di Maini Vending occupa una superficie di circa 1.200 mq a cui si aggiungeranno a breve altri 1.000 mq della nuova officina e del magazzino distributori.

La forza lavoro si avvale di 33 collaboratori per portare il servizio a 550 clienti con circa 900 distributori automatici e quasi 700 macchine OCS.

La stima del fatturato 2019 si attesta sui 5.300.000 €, in crescita rispetto ai 5.150.000 € del 2018.

 

Signor Graziano, complimenti per il primo posto negli “Oscar del Vending”. Partiamo, però, inevitabilmente, dall’emergenza Coronavirus. Maini opera in una delle zone più complicate per la pandemia: piacentino e lodigiano. Come state affrontando l’emergenza?

Il Lodigiano è subito diventato “zona rossa” e, una volta aperto il territorio, quando l’intera nazione è finita in quarantena, sono rimaste comunque chiuse quasi tutte le attività. Pertanto, a oggi (10 aprile 2020 ndr) è dall’ultima settimana di febbraio che non riusciamo ad andare dalla nostra clientela in quell’area. Naturalmente rimaniamo in contatto con i referenti in loco che, non appena sarà possibile, ci permetteranno l’accesso preventivo prima della ripresa dei lavori.

Per quanto riguarda tutto il resto del territorio servito dalla Maini, abbiamo progressivamente subito un calo dei consumi, arrivando al 50% circa fino al decreto “Chiudi Italia” del 22 marzo. Da quella data è rimasto attivo un modestissimo 15% sul totale del giro d’affari.

 

Qual è stato il cambiamento più importante che avete dovuto apportare alla struttura organizzativa?

Riorganizzare i vari reparti e trovare i dispositivi di sicurezza (mascherine, guanti, ecc.). Anche adesso che lavoriamo a scartamento ridotto, la difficoltà maggiore è di predisporre i giri nel modo più razionale ed efficiente possibile. In pratica si riesce ad organizzarli con solo pochissimi giorni di margine.

 

Avete già stimato una contrazione dei ricavi per il 2020? Siete ricorsi agli ammortizzatori sociali?

Stiamo ancora predisponendo una revisione del budget annuale. Attualmente è un’operazione assai complessa per l’incertezza del perdurare della situazione e di come e quando vi sarà la totale ripresa delle attività.

Per ora ci siamo limitati al ricorso, dal 23 febbraio, al Fondo Integrazione Salariale a turno e per tutti i dipendenti.

 

Ridiscuterete o state ridiscutendo i canoni di concessione delle postazioni?

Sarà inevitabile rivedere al ribasso tutti i numeri legati alle erogazioni e per questo è nostra intenzione chiedere la revisione dei canoni “fissi” a tutta la clientela, sia privata che pubblica.

 

È stato giusto, secondo lei, mantenere aperto il servizio di Distribuzione Automatica?

Sì, perché chi è rimasto sul campo e vive tutte le difficoltà del momento anche sul posto di lavoro ha bisogno di un servizio che, senza la pretesa di essere indispensabile, porta conforto e aiuta a meglio sopportare il disagio di questa terribile realtà.

 

Come gestite l’OCS?

L’OCS rappresenta per noi una piccola parte del volume d’affari. Stiamo chiedendo alla clientela un minimo di collaborazione, affinché non faccia ordini troppo piccoli, e un po’ di pazienza se la consegna non avviene con la consueta tempistica.

 

Qual è il suo giudizio sull’operato del Governo?

Ritengo che un’emergenza di tali proporzioni e brutalità sia talmente complessa da gestire che nemmeno gli Stati tradizionalmente più ricchi si sono dimostrati preparati. Detto ciò, è fin troppo facile affermare che le misure prese non siano sempre state tempestive e commisurate alle necessità di ciascun settore della società, per non parlare delle misure economiche che certamente non basteranno a riparare i danni provocati da un simile disastro.

Purtroppo, l’Italia non si trova nelle condizioni di poter disporre di risorse adeguate; è indispensabile una soluzione europea condivisa. Mi pare si stia andando nella giusta direzione anche se con molta fatica.

 

In questi frangenti si è più impauriti (ad esempio che un dipendente risultati positivo e si debba chiudere l’azienda) o preoccupati (per le ripercussioni economiche)?

Al di la delle normali paure legate a un possibile contagio, ho più timori per le conseguenze economiche e sociali che si porterà dietro questa terribile crisi.

Non poche aziende avevano difficoltà anche prima dell’epidemia e non oso immaginare quante ne rimarranno definitivamente compromesse da questa crisi. Tutto ciò comporterà un ridimensionamento nelle aspettative future anche per coloro che, come noi, si trovavano a vivere un periodo favorevole.

 

La crisi da Covid-19 porterà i gestori a ridurre gli investimenti o, per paradosso, sono proprio questi i momenti in cui investire nello sviluppo?

Tutto dipenderà dalle condizioni con cui ci dovremo confrontare nell’immediato futuro. Certamente giocherà un ruolo importante anche la condizione psicologica di ciascun gestore, parlo soprattutto delle aziende medio-piccole. Per le grandi realtà, invece, non credo che cambieranno gli orientamenti già intrapresi.

 

Andiamo agli Oscar. Quale policy aziendale dietro a indici così positivi?

L’unica cosa che mi sento di dire è che la Maini Vending ha sempre cercato di mantenere un buon equilibrio nelle sue scelte di mercato; raramente abbiamo spuntato appalti o fatto offerte che non fossero adeguatamente remunerative. Abbiamo sempre cercato un ragionevole equilibrio nel portare avanti la nostra politica aziendale affinchè non si travalicasse il buon senso nelle condizioni applicate alla clientela. Fare volumi a tutti i costi non è mai rientrato nei nostri propositi; naturalmente qualche rarissima eccezione ci sarà anche stata ma, appunto, di eccezione si è trattata.

Per il resto, crediamo che un lavoro serio, portato avanti nel rispetto di tutte le parti sociali, compresa la concorrenza, sia la miglior strada per ottenere risultati premianti e duraturi.

Pertanto, il margine operativo sulle vendite è forse l’indice degli “Oscar” che ci inorgoglisce di più.

 

Cosa risponde a chi sostiene che le gestioni medio-piccole riescono a generare maggiori redditività grazie a investimenti limitati e a personale risicato nei numeri, quindi a strutture snelle e parsimoniose?

Dico che, probabilmente, in parte è anche vero ma nel caso della Maini non è sicuramente così. I nostri collaboratori, sia dipendenti che non, hanno sempre avuto trattamenti economici superiori alla media del settore e, per quanto riguarda gli investimenti, abbiamo un parco distributori più che recente e di ultima generazione.

Stiamo ultimando, inoltre, la nuova sede per il reparto officina e distributori che ci permetterà di raddoppiare l’area logistica per i prodotti.

 

Avete, quindi, investito in tecnologia legata ai distributori?

Diversi distributori installati di recente hanno schermi touch e dallo scorso anno tutte le nuove installazioni sono dotate della “B. App” per il pagamento con smartphone; un sistema che stiamo implementando anche sui distributori già attivi precedentemente e con qualche anno in più.

 

Il sito www.mainivending.it contiene un’originalità. L’indicazione del nome e della mail diretta di ogni responsabile d’area. Come mai questa scelta?

Abbiamo pensato che dare la possibilità di avere contatti diretti con le singole funzioni aziendali fosse più coerente e in linea con l’immagine percepita della Maini Vending, una realtà fortemente legata al territorio, con rapporti consolidati di reciproca fiducia con tutta la clientela e una reputazione di affidabilità e familiarità che la contraddistingue da sempre.

 

Come mai la scelta di entrare in Buonristoro, un gruppo che mantiene una struttura a rete, con tante aziende controllate ma ognuna ancora con la sua denominazione originaria?

È proprio per le caratteristiche da lei descritte che abbiamo optato per Buonristoro, nonché per gli ottimi rapporti, di reciproca stima, che già caratterizzavano la relazione con i vertici del gruppo.

Devo dire, però, che Maini Vending, soprattutto nella persona di mio fratello Gianni, ha sempre avuto buoni rapporti con tutti nel mondo della Distribuzione Automatica.

L’ingresso in Buonristoro ha significato anzitutto entrare a far parte di un’organizzazione seria e molto ben strutturata; questo non vuol dire solo migliori economie di scala ma la possibilità di fare un ulteriore salto di qualità su tutti i fronti – tecnico, organizzativo, commerciale e amministrativo – e questo ha rappresentato il principale motore che ci ha permesso di essere in cima alla classifica degli “Oscar del Vending”.

 

Quali sono le certificazioni di Maini Vending?

Siamo certificati UNI EN ISO 9001 e abbiamo ottenuto la conformità al “DTS 013 Top Quality Standard – TQS Vending” (certificazione di gruppo di Confida) che permette un costante miglioramento dello standard qualitativo dei servizi offerti, una maggiore attenzione alle esigenze e alle aspettative del cliente e una garanzia di pulizia e igiene e di facilità di utilizzo dei distributori automatici.

 

Come uscirà il Vending da questa crisi?

Purtroppo, qualche inevitabile strascico ci sarà e il Covid-19 lascerà nei guai alcune aziende che già prima navigavano in pessime acque. In generale, però, non credo che il settore tarderà a riprendere il suo normale percorso dettato dalla continua evoluzione tecnologica.

Con ogni probabilità vedremo un’accelerazione nelle acquisizioni delle gestioni medio-piccole da parte delle aziende più grandi proprio a causa delle difficoltà causate dal delicato momento. Certo è che tutti quanti abbiamo subìto un contraccolpo negativo ma che, spero, servirà da lezione per innalzare finalmente il livello valoriale delle aziende di gestione del Vending.

Capello

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