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Nelle piantagioni alla ricerca del chicco perfetto

Cosa c’è dietro a un espresso? Caffè Vergnano lo racconta attraverso un viaggio affascinante in luoghi lontani, esotici e misteriosi dove si coltiva la pianta di caffè

 

Caffè Vergnano è volato in Guatemala, uno dei luoghi più magici del Centro America e Paese simbolo del caffè – perché qui si produce una delle origini più apprezzate e ricercate al mondo – per respirare il profumo e gli aromi tipici di quei territori e per seguire da vicino il percorso della materia prima: un bene prezioso che va protetto, scelto e rispettato.

Un viaggio alla scoperta di un Paese e della sua cultura, dove tutto si intreccia e si lega alla produzione di caffè che rappresenta per il Guatemala uno dei principali volani di crescita e affermazione. Il caffè per questo Stato assume infatti un ruolo sociale: le terre sono in mano alle comunità locali, così come le conoscenze, profondamente radicate.

Si parla di cultura del caffè, di un sapere tramandato di generazione in generazione che coinvolge i contadini e i piccoli farmer in un processo di sviluppo.

Tra le sette regioni guatemalteche del caffè, una tra le più affascinanti che Caffè Vergnano ha visitato si trova su un altopiano, nella città di Huehuetenango. Quello guatemalteco è infatti un caffè d’alta quota: su queste montagne meravigliose sono presenti piccoli villaggi di produttori che coltivano e ancora producono il caffè in maniera 100% artigianale. Qui il metodo di cultura è unico e caratterizzante perché dipende dalle dimensioni delle piantagioni che in Guatemala sono piccole e tipicamente in altura (tra i 1.000 e i 1.900 metri), bellissime da vedere ma molto difficili da raggiungere. Le piante crescono coperte da alberi ad alto fusto, come i banani, che offrono ombra e protezione dal sole. Risultato? Un caffè dalla spiccata ma sempre piacevole acidità.

Peculiare è anche il processo di raccolta e lavorazione del caffè: le drupe vengono spolpate per ottenere chicchi che sono ancora protetti dal pergamino; lasciati fermentare in vasche apposite, successivamente vengono lavati con acqua e infine fatti essiccare sui piazzali o attraverso l’uso di macchinari. Solo dopo, i chicchi vengono separati dal pergamino mediante un apposito processo al termine del quale possono essere insaccati e spediti in tutto il mondo.

Il caffè nelle piantagioni guatemalteche viene quindi coltivato e raccolto ancora oggi nel rispetto della natura e di chi la vive. Sono mani esperte quelle che selezionano con sapienza, impegno e devozione la materia prima per garantire che solo i chicchi migliori raggiungano l’obiettivo di diventare un espresso “perfetto”.

Durante questo viaggio in Guatemala, Caffè Vergnano ha potuto constatare da vicino quanto sia fondamentale il ruolo delle donne nella filiera del caffè. Si parla di donne con la “D” maiuscola, forti, concrete e sognatrici al contempo. Donne che lavorano nei campi per regalare ai loro figli l’amore per questa tradizione. Donne che conducono cooperative. Donne alla guida di ristoranti. Giornaliste impegnate per la crescita e la diffusione della cultura guatemalteca in tutto il mondo. È anche attraverso i loro occhi che Caffè Vergnano ha scoperto il Guatemala.

“Le donne del caffè sono per noi fonte di ispirazione – racconta Carolina Vergnano, CEO di Caffè Vergnano – . Ci permettono ogni giorno di sperimentare da vicino quanto lavoro, fatica, sentimenti e vita si nasconda dietro ogni passaggio del processo di lavorazione del caffè. Non parliamo quindi solo di un espresso, ma di persone, delle loro famiglie e dei loro sogni”.

Il Guatemala è un Paese che ha tante ricchezze: materie prime, tradizioni, una grande cucina contemporanea che non ha rinnegato il passato e, ovviamente, uno dei migliori caffè al mondo. Ed è proprio l’amore per questo prodotto a legare indissolubilmente italiani e guatemaltechi in un viaggio che si arricchisce e continuerà ad appassionare tutti i coffee lover del mondo.

“Il caffè del Guatemala rappresenta un ponte tra i nostri Paesi – spiega Pietro Vergnano, quarta generazione della famiglia e Responsabile Acquisti, Produzione e Materie Prime, dopo aver visitato la piantagione di Antigua – . È stato emozionante tornare in quei luoghi visitati 30 anni fa da mio padre Carlo, perché solo qui si può incontrare un’origine tra le più pregiate al mondo. È stato un viaggio che difficilmente dimenticherò, sia dal punto di vista culturale che caffeicolo”.

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