Il Vending visto dai clienti del servizio: migliora la qualità, serve maggiore comunicazione

Cosa ne pensano della Distribuzione Automatica le aziende committenti del servizio? Lo abbiamo chiesto a Cornaglia Group, multinazionale del settore automotive. Il prezzo conta ma non è solo più questione di prezzo…

 

Roberta Cornaglia

Il Vending questo sconosciuto. In una ricerca di mercato effettuata nel 2019 da Ipsos per conto di Confida era emerso che il 75% dei buyer delle aziende committenti del servizio Vending – i veri clienti delle imprese di gestione – era convinto che gli utenti delle macchinette installate nella loro azienda non fossero disposti a pagare di più per un prodotto di migliore qualità. Tra i punti toccati con maggiore frequenza, c’erano:

  • la leva del risparmio, ritenuto un fattore chiave: “pagano i dipendenti, cerchiamo il prezzo più basso”;
  • il distributore automatico non offre il comfort del bar: deve costare meno;
  • le macchine si inceppano, gli utenti se la prendono con il personale aziendale, quindi devono innanzitutto garantire una piena funzionalità.

I clienti diretti avevano indicato come principale driver del Vending il fatto di semplificare la vita del consumatore (e quindi la loro): perciò riduzione di guasti, metodi di pagamento più semplici e facilità di rimborso. L’87% dichiarava di ritenere molto o abbastanza importante la percezione di tecnologia della Distribuzione Automatica nelle proprie scelte di fornitura, sebbene i d.a di nuova concezione incontrassero la loro diffidenza per il timore di un investimento economico eccessivo. La modernità deve essere direttamente proporzionale all’utilità e deve riflettersi sul quotidiano del consumatore.

A distanza di quattro anni, e con una pandemia nel mezzo, è cambiata la percezione del servizio vending? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Roberta Cornaglia, Presidente del Gruppo Cornaglia S.p.a, multinazionale del settore automotive con sedi in Italia, Polonia, Romania, Turchia, India, Canada e Brasile – headquarter a Beinasco (Torino) – un fatturato di 270 milioni di Euro e oltre 600 dipendenti nelle unità produttive italiane in cui operano differenti imprese di gestione.

 

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