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La fortuna aiuta il gestore audace?

Mi sono imbattuto di recente, sfogliando una delle tante riviste del foodservice che ci arrivano in redazione, in un interessante editoriale in cui si proponeva un raffronto tra la componente fortuna e il talento nel mondo dell’imprenditoria di successo.

Esortava Virgilio: “Audentes fortuna iuvat”. La fortuna aiuta gli audaci. Puntualizzava, però, Seneca: “La fortuna non esiste, esiste solo il momento in cui l’occasione propizia incontra il talento”. Ha sintetizzato l’autore dell’articolo: La dote naturale del talento si declina anche nella capacità di sintesi e di visione, propria di tanti bravi imprenditori, che consente loro di semplificare e contornare immediatamente il contesto e le prospettive delle cose da fare, valorizzando anche la variabile tempo che non è mai indifferente rispetto ai risultati”.

Il Vending è stato un settore economico che ha fatto buon uso, nella sua lunga fase pionieristica e di crescita esponenziale, del talento e dell’intuito, accreditandosi con il destino benevolo attraverso la capacità di osare e impegnare denari e fatiche per un’attività che allora era sconosciuta in Italia.

Oggi la situazione è cambiata. Il Vending, a partire da inizio secolo con l’introduzione dell’Euro e fino ad arrivare ai giorni nostri tra pandemia, crisi economiche più o meno cicliche, finanza impazzita, caro prezzi e inflazione alle stelle, ha cambiato pelle. Siamo di fronte a uno scenario completamente diverso rispetto a 50 anni fa. Il lavoro è diventato vorticoso e frenetico nei suoi mutamenti spesso imprevedibili, non solo per l’esigente clientela, ma soprattutto per ciò che si muove intorno alle nostre attività, in primis burocrazia e adempimenti legislativi sempre più invasivi e macchinosi. Il talento e la fortuna degli audaci non bastano più. Servono programmazione, conoscenza di bilanci e del controllo di gestione, skills nella gestione delle risorse umane e un buon gruppo di consulenti fiscali. È un modo di lavorare diverso, contestualizzato all’epoca in cui viviamo.

Leggendo il report dell’Osservatorio sul Vending, pubblicato a cura di Eidos Consuting su questo numero di VM e che prende in considerazione i dati di mercato del primo semestre 2023, ci viene da spezzare una lancia a favore degli operatori di settore. In un momento in cui non c’è “giorno senza una pena”, in cui tutti gli intervistati – 15 imprese di gestione per un giro d’affari annuo di circa 240 milioni di Euro – ammettono di aver avuto forti aumenti dei costi operativi aziendali e delle materie prime, si sono registrate comunque una crescita dei ricavi e delle erogazioni e una maggiore propensione a investire in nuovi distributori automatici rispetto al ricondizionamento di quelli usati. Certo le difficoltà permangono: poco più della metà del  panel ha dichiarato, ad esempio, che il fatturato è cresciuto più dei costi. Ma ciò che si deduce dalle risposte è che non si è reagito alle difficoltà “di pancia”, ma lavorando sull’efficienza – aumento dei prezzi di vendita, investimenti in tecnologia, ottimizzazione dei costi ma senza tagli orizzontali semmai facendo crescere l’occupazione – per rendere le imprese più solide e strutturate e pronte ad affrontare un autunno che si preannuncia “caldo” per il sistema economico italiano.

Percepiamo la voglia di innovazione e di crescita anche con il grande interesse che sta suscitando nel settore l’uscita del “Quaderno della Sostenibilità nel Vending”, avvenuta a fine luglio. Il lavoro realizzato da Eidos Consuling è di pregevole fattura. Ha un taglio pratico e di facile e immediata consultazione. Un gestore ha, infatti, l’opportunità di capire come applicare concretamente la sostenibilità, come comunicarla, come realizzare un Bilancio di Sostenibilità. Oggi essere azienda sostenibile non è più una “moda” o un esercizio di autocelebrazione verso il mondo esterno. L’attenzione, seria e documentata, verso l’ambiente, i portatori d’interesse e l’economica è un valore concreto e misurabile e inciderà sempre di più sulle “fortune” (per rimanere in tema) di una gestione. I committenti del servizio e gli utenti finali delle vending machines stanno, infatti, evolvendo rapidamente nelle loro richieste. Essere audaci oggi probabilmente non vuol più dire inventare qualcosa che mancava ma prevedere e intercettare per tempo i bisogni e le aspettative di chi richiede il nostro ristoro. Gli strumenti li abbiamo, proviamo ad applicarli.

 

Enrico Capello
capello@vendingpress.it

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