Donne al potere. Senza retorica e afflati femministi, ma con la concretezza dei fatti. La nascita di We You, frutto dell’aggregazione di 4 aziende della Distribuzione Automatica operanti in Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto – Aesse Service S.r.l., Automatic Service S.r.l., ZaVa S.r.l. e Scattolin Distribuzione Automatica S.r.l. – è stata la più interessante novità del 2023 nel Vending in Italia. Un progetto innovativo, coerente e, diciamocelo, anche coraggioso, vista l’eterogeneità delle aziende in causa, che ha subito destato curiosità per alcune peculiarità. Tra queste c’è, sicuramente, la sua vocazione femminile. Giorgia Scattolin e Sabrina Zanoni sono due manager conosciute e apprezzate nel settore e nel board di We You rivestono ruoli operativi importanti: Sabrina segue acquisti e comunicazione e Giorgia risorse umane, miglioramento continuo e sostenibilità.
Con Giorgia Scattolin siamo andati alla scoperta di cosa significa essere donna e imprenditrice di successo nel Vending, mercato da sempre a forte impronta maschile.
Dottoressa Scattolin, qual è stato il suo percorso professionale nel Vending?
Ho iniziato a collaborare nella gestione di famiglia, la Scattolin S.r.l, durante le vacanze estive: davo una mano a mamma e papà per quello che potevo, quasi fosse un gioco. Più avanti ho iniziato la gavetta prima in magazzino, che mi è sempre piaciuto anche nelle funzioni più operative, e poi in sala conta. Solo più tardi ho iniziato ad occuparmi di acquisti, amministrazione e gestione del personale.
Il salto è avvenuto, però, quando, nel 2004, papà è venuto a mancare all’improvviso. In tempi molto rapidi io e mio fratello Massimo abbiamo preso in mano l’azienda sotto tutti gli aspetti, dovendo accreditarci nel nostro nuovo ruolo con i collaboratori e l’esterno. Il passaggio è stato una “palestra” di grande responsabilità e maturità.
Ha mai avvertito diffidenza nei suoi confronti?
Diffidenza e sottovalutazione credo facciano parte dell’atteggiamento iniziale, purtroppo tipico in un settore prevalentemente maschile. Ma solo fintanto che non mi conoscono. Ho sempre lavorato molto e la mia natura, che mi porta ad approfondire, mi ha aiutato a crescere velocemente e ad essere professionale. Non lascio nulla al caso e quando non so qualcosa studio.
La grande fortuna è stata quella di essere vissuta in un ambiente lavorativo dove i genitori non facevano troppe differenze tra me e mio fratello e di certo non per il genere. Questo mi ha dato fiducia. Non sono cresciuta con quel senso di inferiorità che forse spesso si trovano a vivere molte donne. In ambiti diversi, ognuno ha potuto coltivare le proprie attitudini, senza competizione.
Inoltre, i nostri genitori, anche quando inizialmente ricoprivamo mansioni operative, hanno sempre fatto in modo che non ci sentissimo dei privilegiati, in quanto figli dei proprietari, e che imparassimo con umiltà a relazionarci con i collaboratori.
Per me il percorso di crescita è stato molto naturale: ho potuto laurearmi e in parallelo collaborare in azienda.
Sempre più donne ai vertici di grandi aziende e istituzioni, ancora tante donne costrette a fare rinunce per conciliare lavoro e famiglia. Come se lo spiega?
Me lo spiego solo in un modo: se hai una rete importante di aiuti puoi dedicarti alla carriera, diversamente non si riescono a conciliare le due cose. I sacrifici sono enormi: nel mio caso esistono lavoro e famiglia, senza tante altre “distrazioni”. Ho però avuto la fortuna di avere una rete familiare ed accesso ad asili nido e baby-sitter praticamente a tempo pieno che mi hanno consentito di crescere nel lavoro.
Sicuramente non ero tra le mamme impegnate a scuola in attività di volontariato e difficilmente accompagnavo i miei figli alle varie attività. Preferivo esserci in momenti più significativi, nel privato a casa. Dialogo e tanta condivisione in famiglia spero siano serviti alla crescita dei miei figli, due maschi, che hanno vissuto in prima persona i sacrifici di una donna lavoratrice. Conto che lo utilizzeranno come insegnamento nei confronti delle loro compagne in un prossimo futuro.
Lei come concilia il privato con il lavoro?
Facendo i salti mortali come tutte le donne …(ride ndr).La giornata inizia molto presto e finisce piuttosto tardi. Da inizio anno le mie abitudini sono modificate introducendo anche molte trasferte nelle tre filiali di WeYou, ma la mia famiglia ha accolto queste novità con un giusto entusiasmo e molto sostegno. I miei figli sono ormai piuttosto grandi e, come detto, sono abituati ad avere una mamma impegnata. Sto chiedendo molta tolleranza alla mia famiglia.
We You è in fase di strutturazione. Lei ha le deleghe anche per le Risorse Umane. Come ci si approccia a tanti dipendenti provenienti da realtà diverse?
È un ruolo che ho fortemente voluto e i soci me lo hanno affidato riponendo in me grande fiducia, perché la gestione delle risorse umane è sempre stato per me un argomento di estremo interesse. Sono ancora in un momento di studio e di raccolta di informazioni: ogni filiale è una realtà a sé, nonostante le attività siano le medesime. Ci sono cultura e abitudini diverse da rispettare. Bisogna entrare in punta di piedi per non stravolgere gli equilibri. D’altra parte, si sa, il cambiamento porta sempre con sé una dose di diffidenza e di fatica.
Ho in mente diversi progetti, anche in ambito di formazione, ma i tempi devono essere adeguati. In questo momento siamo molto impegnati nel reclutamento e nella formazione di nuovi assunti; una fase delicata perché per noi la qualità del lavoro presso il cliente è di fondamentale importanza.
Si parla tanto di “great resignation”: le “dimissioni di massa dal posto di lavoro”. È una tendenza che riguarda il Vending?
Credo che il coinvolgimento e la prospettiva di crescita siano la chiave per affrontare le sfide future. Le nostre persone hanno bisogno di sentirsi parte di un sistema, non sono numeri che semplicemente devono svolgere una mansione. Fortunatamente sono soggetti pensanti. E io credo che la pandemia abbia smosso questa consapevolezza. Dai nostri responsabili ai ruoli intermedi, abbiamo avuto un ottimo livello di adesione e di partecipazione al progetto. Stiamo coinvolgendo tutti i collaboratori, compatibilmente con i tempi di sviluppo del progetto di We You. Non dimentichiamoci che siamo partiti solo 7 mesi fa.
Per ora non abbiamo avvisaglie di dimissioni di massa: il “great resignation” non ci riguarda. Sicuramente la fatica nel reclutamento c’è, perché la selezione è molto esigente. Non mandiamo avanti persone che non vediamo coinvolte nel lavoro, con adeguato spirito di sacrificio e di umiltà ad imparare e che non si lascino motivare. La sensibilizzazione deve valere in entrambe le direzioni; la buona volontà e l’interesse per quanto si è chiamati a fare sono fondamentali per il successo della persona e dell’azienda.
Ritiene che il Vending possa diventare un settore a maggiore trazione femminile?
Perché no. Ricordo che in We You siamo ben due donne al vertice, io e Sabrina Zanoni, con storie molto simili, entrambe cresciute in seno ad aziende familiari, ma ben presto salite di ruolo per motivi diversi. Sicuramente lavorare in un ambiente prettamente maschile ha le sue difficoltà, qualche volta devi insistere un po’ di più del necessario per vedere riconosciuta la tua competenza e autorevolezza, ma noi siamo abituate e non ci spaventiamo. Ritengo una grande fortuna avere al fianco una donna come Sabrina, siamo complementari e sicuramente formiamo un bel team.
In We You stiamo facendo crescere altre donne e il nostro obiettivo è quello di valorizzarle: le risorse delle donne sono molte e generalmente solide, spesso sottovalutate. Dare loro spazio e opportunità di crescita è una sfida da vincere. I tempi sono maturi.
Un’altra sua delega riguarda la Sostenibilità. Non c’è il rischio che questa tematica scada talvolta in un banale greenwashing?
Il rischio c’è laddove ci si spinga a inseguire mode e richieste spesso bizzarre da parte anche delle istituzioni. Per il resto ritengo che la Sostenibilità sia, in primis, dare continuità e solidità all’azienda in un’ottica di crescita e di sviluppo rispettoso delle proprie persone, del territorio e dell’ambiente.
Tenendo fermo questo obiettivo, in We You abbiamo deciso di lavorare in particolare nell’ambito sociale, per cui stiamo studiando un sistema di welfare aderente alle esigenze dei nostri collaboratori e, per il territorio, sostenendo in particolare associazioni di ricerca medica e attività sportive locali.
Per l’ambiente continuiamo a lavorare sulla sensibilizzazione alla raccolta differenziata, al riciclo e alla riduzione di consumi elettrici e di carburante, con lo studio sistematico dei giri. Divulgare le proprie azioni ha lo scopo di fare da volano per attività e aziende con cui entriamo in contatto e questo è un altro obiettivo della sostenibilità. Solo così possiamo tutti insieme raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’Agenda 2030.