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La formazione scende in campo nel Vending

Gustavo Prada Moroni

Se per il calcio di serie A i risultati del campionato hanno già decretato i vincitori, per le “squadre” del Vending la “partita dell’anno” è ancora tutta da giocare, su un campo stravolto dall’ingresso definitivo dello smart working, dell’aumento dei costi e della saturazione del mercato.

I “giocatori” hanno affrontato il primo tempo impegnandosi in una difesa serrata, in una resistenza esemplare, puntando sull’aumento della redditività delle vendite e sul miglioramento dell’efficienza e della qualità del servizio. Adesso, per affrontare il secondo tempo, le imprese scaldano le cosiddette “riserve”, desiderose di mostrare nuove strategie di attacco e tattiche di gioco.

Gli operatori del settore hanno ora bisogno di “allenatori” non solo capaci di interpretare le diverse propensioni d’acquisto e le nuove esigenze dei clienti, ma anche in grado di comunicare alla squadra gli obiettivi comuni e i valori che riempiono di significato le parole più attuali del momento: sostenibilità e innovazione.

È chiaro ormai a molti che per avere un buon gruppo non è sufficiente allenare qualche punta di diamante, che offre occasionalmente gol spettacolari, ma un insieme attivo e fluido, pronto ad impegnarsi per la squadra e a giocare fino in fondo.

I cambiamenti, lenti o repentini e inaspettati, si associano sempre a difficoltà e reticenze che devono essere superate con la partecipazione di coloro che tutti i giorni spendono tempo sul campo. Una squadra che ottiene risultati è allenata quotidianamente con impegno e focus chiaro sulla strada da intraprendere.

Le imprese del Vending hanno sperimentato il disagio di una situazione globale complessa e stanno cercando di superare gli ostacoli trasformandoli in opportunità, mettendo un passo davanti all’altro per ripartire, convinte che non ci si possa presentare al fischio d’inizio impreparate. La formazione, allora, non è solo una disposizione ragionata di giocatori, ma è soprattutto uno strumento fondamentale di gestione del gruppo, la chiave di volta per costruire rapporti vantaggiosi, per aiutare le persone a raggiungere gli obiettivi, a fare la cosa giusta e a saperla comunicare.

Quando una partita si gioca in casa è spesso il tifo a determinarne l’esito e per chi lavora nella Distribuzione Automatica il “tifoso” che sostiene e motiva è il cliente che riconosce e apprezza il risultato degli sforzi della squadra. La formazione continua agevola la connessione tra l’azione e il risultato, infondendo fiducia, alimentando la motivazione e incanalando positivamente verso l’obiettivo la frustrazione e il fallimento, conseguenze degli errori che inevitabilmente si compiono lungo il percorso.

Investire in formazione significa creare campi da gioco nuovi e stimolanti, sperimentare schemi inaspettati, saper alimentare la curiosità e perseverare nell’allenamento non del singolo calciatore ma della squadra al completo.

La “formazione” è, dunque, un impegno di tempo e di risorse che restituisce negli anni collaboratori propensi a coinvolgersi nell’impresa e a condividerne valori e successi, aderendo pienamente al progetto aziendale. Formare oggi non è più una scelta di qualche imprenditore illuminato, ma una risposta funzionale agli stimoli del mercato e alle richieste dei nostri giocatori.

Le competenze sono fattori fondamentali per la competitività delle imprese di tutte le dimensioni, in particolare delle PMI, e l’apprendimento permanente sarà una realtà necessaria per rimanere al passo con l’evoluzione veloce dei tempi.

 

Gustavo Prada Moroni

Consigliere Espresso Service Srl,
Consulente beverage e sviluppo formazione RB

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