Coraggio, intraprendenza, curiosità. Il cambiamento, se positivo, non ha mai spaventato Gianpaolo Bononi, apprezzato manager della Distribuzione Automatica, una vita lavorativa iniziata nel mondo della comunicazione e continuata, con grandi soddisfazioni professionali, nel Vending all’interno di alcune delle più importanti aziende del settore tra cui Fas International di cui “Gianpa” è oggi Direttore Commerciale.
Tra il Vending e gli olivi non ci sarebbero punti in comune se a unirli non ci fosse Bononi e il suo autentico entusiasmo. Gianpaolo ha dato di recente alle stampe il libro “Olivicoltura di confine”: il racconto di un miracolo laico, di un sogno diventato una storia di amore per la terra, per la natura, per un vivere diverso e lontano dalla vorticosa routine quotidiana.
Bononi a Gropparello, colline del piacentino, non è conosciuto per il Vending ma per l’azienda agricola “Gli Olivi di Gianpa”. Perché a un certo della sua vita, a fine anni ‘90, Gianpaolo capì che i confini metropolitani di Milano cominciavano a stargli stretti. Decise, quindi, di cercarsi una casa indipendente con un po’ di terreno che gli consentisse di vivere in aperta campagna. La sua scelta cadde sulla valle del Vezzeno, e più precisamente sulla località Perossi, a 430 metri sul livello del mare. Un angolo di verde che offre una splendida vista sulla pianura e sulla catena alpina dominata dal Bernina.
Qui, Bononi ha dato vita, dal nulla, a un’esclusiva produzione di olio, partita nel 2000 con la piantumazione di 150 piante al fine di valutarne l’acclimatamento. In paese gli davano bonariamente del “matto” per aver impiantato oliveti in una zona ritenuta non adatta, sebbene un’antica tradizione olivicola fosse già presente intorno al 1300 in zona e, nel frattempo, i cambiamenti climatici avessero favorito l’inserimento di olivi a latitudini e altitudini prima impensabili. Le piante oggi a dimora sono 552 e Gianpaolo è apprezzato per la produzione di “Incanto Sublime”, il primo extravergine piacentino bio certificato 100%.
Gianpaolo, cosa si intende per “Olivicoltura di Confine”?
Il progetto del libro “Olivicoltura di Confine” nasce da un incontro avvenuto nel gennaio del 2021 con il giornalista Riccardo Lagorio in occasione di un’intervista che sarebbe stata poi pubblicata su “Viaggiare con Gusto”. Quando Lagorio vide il mio oliveto ricoperto dalla neve ed assaggiò l’Evo da me prodotto coniò il titolo del libro, considerandomi tra gli “eroici” che hanno produzioni in zone dove la morfologia e il clima creano parecchie difficoltà ai coltivatori.
Quanto ci hai messo a scriverlo?
Ho iniziato nel 2020 e durante la pandemia ho sistemato i capitoli, inserendo anche la parte legata al periodo Covid che mi ha visto presente in azienda grazie al codice Ateco agricolo. Ho avuto poi una pausa di riflessione che è coincisa con l’attesa dei contributi editoriali di esperti, tecnici degustatori, ristoratori e luminari universitari che si sono rivelati fondamentali per l’approfondimento legato alla sostenibilità.
Ho completato l’opera ad agosto del 2022 grazie a un editore/olivicoltore al quale è piaciuta l’iniziativa. Considerando che il progetto olivicolo del ducato di Parma e Piacenza risale al 1250… non ci ho messo poi molto (ride ndr).
Il libro può essere apprezzato anche dai profani dell’olivicoltura?
È un libro facile da leggere, descrive la storia, il progetto, il marketing, la comunicazione e contiene interventi che fanno comprendere l’importanza dell’olivicoltura italiana. Sul sito www.bononi.net trovate l’elenco delle librerie italiane che hanno prenotato il libro. Altrimenti lo si può acquistare su Amazon e IBC.
Andiamo a ritroso. Come è evoluta la tua attività di imprenditore agricolo?
Ho acquistato casa a Gropparello nel 1998. Nel 2000, dopo avere estirpato la vigna che produceva gutturnio, ho messo a dimora il primo impianto olivicolo. Sono poi seguite altre piantumazioni nel 2003 e, successivamente, nel 2016.
L’azienda agricola “Gli Olivi di Gianpa” è una società di persone composta da un solo socio, ovviamente il sottoscritto. Il consumatore finale (piacentino doc) ha iniziato a conoscere il mio Evo attraverso gli articoli usciti sul quotidiano locale “Libertà” (a cura del giornalista Giorgio Lambri), le organizzazioni di promozione del territorio come “Slow Food Piacenza” e “Strade e sapori dei colli piacentini” e i punti vendita locali/partner che si sono rivelati fondamentali nella condivisione e divulgazione dell’EVO piacentino. Parliamo di catene come Eataly Piacenza, ristoranti/osterie del territorio – Locanda del Falco, Trattoria Faccini e La Colonna – chef stellati e botteghe storiche come “La Giselda” (il primo a crederci). La platea di estimatori si sta allargando ora in altre province.
Quali sono i numeri produttivi della tua azienda?
L’impianto, fatto salvo il clima e altre variabili, potrebbe dare circa 100 quintali di prodotto. Attualmente non tutte le piante sono giunte a una età produttiva ottimale.
L’ultima produzione ha garantito circa 35 quintali da cui ho ricavato circa 700 litri di EVO Piacentino.
L’azienda, certificata BIO dal 2019, produce un blend composto da piante autoctone di antichi olivi ritrovati sulle colline piacentine, denominato “Incanto Sublime”, che rappresenta il primo extravergine piacentino certificato, e una cru monocultivar di sola varietà Bianchera chiamata “458”. Tutto il prodotto viene imbottigliato nei formati 250/500 ml. Attendiamo i risultati della valutazione nazionale “Slow Food” per il suo inserimento nella guida nazionale EVO.
Ci spieghi la stagionalità delle olive?
La stagione delle olive inizia con la potatura in primavera. Tra maggio e giugno inizia la fioritura delle mignole, che poi in parte si trasformano in frutti. La maturazione del prodotto, secondo l’andamento climatico, avviene tra fine settembre e ottobre quando inizia la raccolta mediante brucatura (a mano e con pettini). Le olive sono poi portate al frantoio per essere molite entro 24 ore dalla raccolta e il prezioso nettare Evo/OEVO (acronimo di Extravergine o Olio extravergine) viene fatto riposare in taniche d’acciaio per almeno un mese, per poi esser imbottigliato, previa filtrazione, e messo in commercio.
Fondamentale per la buona riuscita della lavorazione è l’apporto dell’agronomo citato nel libro, il dott. Mauro Carboni, che ha già pubblicato un paio di libri/tecnici sull’olivicoltura piacentina.
Avendo a dimora 552 piante posso solo pensare a una crescita nella produzione. Ci sono, però, dei fattori condizionanti. Ad esempio, il cambiamento climatico, che mi ha dato una mano nella reintroduzione dell’olivo nel territorio piacentino, potrebbe anche rivelarsi un fattore negativo (basse temperature/siccità).
Come riesci a conciliare il tuo lavoro nel Vending con quello di olivicoltore?
Con tanta passione e il fondamentale supporto di mia moglie che da sempre mi incoraggia e gestisce la famiglia durante le mie assenze.
C’è un punto di contatto tra il Vending e l’olivicoltura?
Le attività imprenditoriali generano punti di contatto. Ho condiviso questa mia esperienza con moltissime persone che gestiscono attività di Vending con le quali ci scambiamo azioni e opinioni e anche campioni di prodotto per l’assaggio.
L’attività professionale nel corso del tempo, secondo la mia filosofia, non può essere legata solo alla pura vendita ma a rapporti personali consolidati negli anni.
Da tempo sto pensando a una vending machine che venda il mio prodotto. L’azienda per la quale lavoro ha già pronta la soluzione…
Enrico Capello