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Caffè Vergnano crede e investe nel Vending

Enrico Vergnano, Responsabile Horeca Italia della torrefazione piemontese, ci illustra gli obiettivi dell’azienda: dal fatturato, che andrà ben oltre i 100 milioni di Euro, alle politiche attuate contro il caro prezzi, fino alla Sostenibilità e alla crescita nel Vending

 

Caffè Vergnano, 140 anni di storia in una tazzina. “Siamo vecchi ma non ci siamo mai sentiti più giovani. Abbiamo tante idee, energia positiva e ottimi partner ad affiancarci. Il nostro sguardo è e sarà sempre rivolto al futuro perché il domani è ancora tutto da costruire”. Le parole pronunciate da Carolina Vergnano, CEO di Caffè Vergnano, in occasione delle presentazione degli eventi per il compleanno della torrefazione di Santena (Torino), hanno fatto da filo conduttore alla lunga chiacchierata tra la redazione di Vending Magazine ed Enrico Vergnano, fratello di Carolina e Responsabile Horeca Italia dell’azienda. Si è parlato di tutto: dalla partnership con Coca-Cola HBC Italia, alla crisi economica, al Vending, settore in cui Vergnano ha deciso di potenziare la sua presenza.

 

Dottor Enrico Vergnano, sono passati ormai 10 mesi dall’ingresso di Coca-Cola HBC Italia nel 30% del capitale azionario di Vergnano. Operativamente come state procedendo per amalgamare le due aziende?

Ci stiamo integrando e conoscendo. È un’attività quotidiana che sta procedendo molto bene. Siamo soddisfatti. Con Coca-Cola è come avere un consulente in casa. Loro sono dei maestri nella supply chian, negli acquisti e nell’organizzazione commerciale. Ci hanno messo a disposizione il loro know-how e le loro risorse umane, alcune delle quali sono già operative presso il nostro stabilimento di Santena.

Sono prodighi di suggerimenti, ma sempre in modo discreto e costruttivo, senza forzature. È un’operazione molto sfidante sia per Vergnano che per Coca-Cola, che va avanti senza fretta, mettendo come priorità il miglioramento qualitativo dei processi aziendali.

Essendo la partnership rivolta esclusivamente ai mercati esteri presidiati da Coca-Cola, la multinazionale si sta aprendo a una “vergnanizzazione” del suo business, che vuol dire comunicare e diffondere oltre confine non solo i prodotti ma i valori storici della nostra azienda: la passione e la competenza per il prodotto caffè che contraddistingue la famiglia Vergnano ormai da quattro generazioni.

 

Avete in mente di allargarvi, investendo in ampliamenti o in nuovi stabilimenti?

Lo avevamo già fatto prima dell’arrivo di Coca-Cola, acquistando un terreno da circa 40mila metri quadrati a Valfenera, in provincia di Asti, dove un tempo era attiva la fornace del paese. Era una struttura storica ma dismessa da tempo e che stata smantellata per far posto allo stabilimento della Vergnano.

Entro l’estate sarà completato il primo lotto di lavori con la messa in funzione del magazzino per lo stoccaggio del caffè crudo. L’investimento è di 4 milioni di Euro.

I passaggi successivi dipenderanno dagli eventi macroeconomici. Con i tempi che corrono ci muoviamo, come tutti, con cautela, ma avendo sempre ben chiara l’evoluzione dell’azienda. Valfenera sarà il nostro polo, che verrà implementato secondo un piano in continuo divenire. In futuro avremo il magazzino dei prodotti finiti e l’area per il confezionamento del caffè. Tutte le opere godranno di una forte componente “green”, sia per gli aspetti architettonici, sia per l’ambito energetico.

 

C’è l’intenzione di sviluppare nuove referenze a marchio Coca-Cola e a base di caffè da introdurre sul mercato italiano?

No, con Coca-Cola si lavora solo per l’extra-Italia con i prodotti a marchio Vergnano. Nel nostro Paese abbiamo la completezza di gamma e una rete commerciale e distributiva che ci permette di coprire perfettamente tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud.

 

La partnership con Coca-Cola in che misura inciderà sul giro d’affari di Caffè Vergnano?

Il 2021, nonostante le difficoltà affrontate per via della pandemia, si era chiuso con un fatturato di 92 milioni di Euro, pareggiando praticamente i risultati del 2019. Con l’ingresso di Coca-Cola HBC Italia nel nostro azionariato faremo sicuramente molto di più di 100 milioni di Euro. È una crescita nell’ordine delle cose.

 

Come riuscite a gestire questo periodo storico condizionato dai costi folli della logistica, dell’energy e dei componenti tecnologici che, peraltro, sono di difficile reperibilità?

Abbiamo un tavolo di lavoro permanente con Coca-Cola, che seguo direttamente io. Coca-Cola ci offre il massimo supporto dal punto di vista logistico per ottimizzare ed efficientare tutti i processi e i costi più importanti.

Siamo di fronte a un’impennata dei prezzi improvvisa e di non facile gestione, anche solo nel breve periodo. I cambiamenti sono continui e facciamo previsioni con un orizzonte massimo di 15 giorni. Tutto costa di più e non parlo solo del caffè crudo ma anche dell’attrezzatura, a causa della mancanza o del difficile reperimento della componentistica, e delle tazzine per l’alto consumo di energia che coinvolge la loro produzione.

 

Avete già ritoccato i prezzi? Quali strategie state utilizzando per ammortizzare gli aumenti sui vostri clienti?

Abbiamo dovuto adeguare i listini, come d’altronde hanno fatto tutti i nostri concorrenti e, in generale, l’intera filiera del caffè. Lo stiamo facendo un modo calmierato, effettuando ritocchi in maniera intelligente, senza farci prendere da un panico incontrollato. Durante il primo lockdown per il Covid si era seguita questa strada e non c’erano stati impatti pesanti sui prezzi finali.

Siamo in contatto quotidiano con altre torrefazioni e con tutta la catena del valore del mondo del caffè per evitare aumenti generalizzati e sproporzionati. Se tutti facciamo contemporaneamente aumenti, i consumi si bloccheranno. Siamo promotori di una politica di filiera realistica ma proattiva. Siamo tutti professionisti e tutti conosciamo bene il mercato.

 

Martedì 8 marzo è stata inaugurata a Brescia una nuova Caffetteria Vergnano 1882, nella centralissima Piazza della Loggia, all’interno dei locali dello storico Caffè della Stampa. Un bel segnale per uno dei settori più colpiti dalla pandemia…

L’Ho.Re.Ca. Italia e Mondo è un segmento trainante del business di Caffè Vergnano e vale circa il 65% dei nostri ricavi, con il restante 35% che fa riferimento a GDO e Vending. Il primo lockdown è stato tremendo, ma la recettività, una volta che riparte, lo fa con una crescita a “V”. I nostri professionisti sono molto reattivi, potendo avvalersi di una comprovata professionalità che nasce dalla frequentazione dei centri di formazione per baristi di Caffè Vergnano.

In questo momento siamo preoccupati per le spese pazze che devono affrontare e per questo cercheremo di sostenerli in tutti i modi possibili.

 

Tra i valori aziendali di Caffè Vergnano c’è la Sostenibilità. Quali le iniziative che state portando avanti per ridurre l’impatto ambientale del vostro lavoro e dei vostri prodotti?

Il tema della sostenibilità è per noi molto importante. Caffè Vergnano cerca di perseguire questa strada in un modo concreto e profondo, mettendo al centro la tutela dell’ambiente e compiendo scelte sempre più consapevoli: dalla selezione dei caffè, ai materiali per i pack, agli arredi delle caffetterie. Ogni azione ha come obiettivi il riciclo, la riduzione degli sprechi e il recupero dei rifiuti.

Offriamo ai nostri consumatori una gamma di prodotti eco-sostenibili che utilizza l’R-Pet: un imballo riciclato e riciclabile, composto per il 50% da plastica rigenerata R-PET.

Abbiamo un nuovo pack realizzato in PET (polietilentereftalato), una materia sintetica, leggera, infrangibile e riciclabile al 100%, che non perde le sue proprietà fondamentali durante il processo di recupero e che si può trasformare ripetutamente per la realizzazione di prodotti pregiati.

Un altro prodotto, che conferma l’impegno aziendale, sono le capsule compostabili. Una grande sfida a livello internazionale, che ha permesso di posizionare Caffè Vergnano come punto di riferimento della categoria in Italia e nel mondo.

Inoltre, abbiamo dato vita a un “Comitato di Sostenibilità” con l’obiettivo di strutturare e pianificare le nostre azioni. Un organo operativo che stabilirà le linee strategiche dell’azienda per i prossimi anni in questo ambito.

E siamo attivi anche a livello di sostenibilità sociale, con un’iniziativa di raccolta fondi, “Women in Coffee”, per sostenere piccole realtà di donne coltivatrici di caffè e non solo. Oggi, per esempio, siamo scesi in campo a fianco delle donne in Ucraina, colpite dalla guerra. L’intero ricavato della Pink Collection dal 21 febbraio, infatti, è stato devoluto alla Croce Rossa italiana che si occupa in maniera diretta di aiutare chi sta vivendo questi giorni di estrema difficoltà.

 

Parliamo di Vending. Nonostante il settore sia stato uno dei più penalizzati dalla pandemia, continuate a credere nella sua vitalità?

Nonostante le criticità di un periodo delicato come questo, abbiamo deciso di inserire 3 nuovi agenti per essere ancora più vicini ai clienti e al territorio. Questo percorso proseguirà valutandone al meglio l’evoluzione, senza avere la fretta di fare tutto e subito. La crescita la gestiamo in modo organico.

Il nostro focus è sia sui grani per il Vending tradizionale, sia nel monoporzionato soprattutto per gli specialisti del settore.

 

Quali sono le novità per il Vending di Caffè Vergnano?

L’idea è di presentare al meglio la gamma e implementare, dove possibile, le capsule compostabili, che sono il nostro faro nel mondo del monoporzionato. Vergnano è un’azienda che produce quasi esclusivamente capsule compostabili e quindi vogliamo che tutta la nostra linea prodotto risponda a questi criteri di sostenibilità ambientale.

 

Vi sono in essere delle sinergie con fabbricanti di macchine?

Attualmente abbiamo una partnership con Spinel per le macchine OCS e con Capitani per le macchine Famiglia. Siamo sempre aperti a valutare collaborazioni con fabbricanti nel momento in cui queste diano valore aggiunto alla nostra offerta e a quella degli stessi produttori.

Abbiamo, inoltre, in essere alcuni progetti con rivenditori di distributori locali per essere sul territorio in modo ancora più efficace.

 

Secondo lei, cosa deve fare il Vending per migliorare la qualità percepita del suo servizio?

Il comparto deve continuare sulla strada intrapresa, dando cioè un prodotto di qualità e puntando molto sull’erogazione ottimale e un servizio sempre al massimo delle sue potenzialità.

Caffè Vergnano può assicurare un prodotto qualitativamente alto, riconoscibile e apprezzato dal consumatore.

Il caffè vending di Vergnano garantisce, inoltre, la possibilità di aumentare il prezzo, migliorando il conto economico dei gestori, in quanto le sue caratteristiche permettono di ridurre drasticamente gli interventi di manutenzione sulle macchine, aumentando, in questo modo, le erogazioni medie nella locazione. Ci sono tutti gli ingredienti, quindi, per fare una scelta che dia maggiore redditività al servizio degli operatori del settore.

 

Il Vending è interessato dall’ingresso di alcuni big-player della torrefazione nei Gruppi nazionali di gestione. È uno scenario in a cui potrebbe essere interessata anche Vergnano?

Lo escludo. Noi restiamo dei fornitori e dei consulenti del caffè al servizio del Vending. Siamo una torrefazione che produce caffè di qualità riconosciuta e ci fermiamo lì. Stiamo bene così.

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