Il giardino di casa

Spirano, impetuosi, i venti di guerra sull’Europa. Eravamo pronti a metterci alle spalle l’emergenza pandemica, con il graduale ma inesorabile ritorno a una normalità il cui ricordo, ormai sbiadito, risale alle prime settimane del 2020, ed ecco che un altro evento destabilizzante, l’invasione della Russia in Ucraina, fa ripiombare nell’apprensione le nostre esistenze. Il tributo di vite umane sarà il sacrificio che i due Paesi dovranno pagare a un conflitto proditorio e ingiustificabile. Ed è l’aspetto più impressionante della vicenda.

Anche l’economia globale, già piegata dal Covid, ne subirà le nefaste conseguenze. Guardando al nostro “orticello” di casa, l’inflazione in Italia è stata del 4,8% a gennaio contro il 3,9% di dicembre, un aumento tra i più importanti nell’area Ocse. E le armi allora tacevano ancora. Eurostat indica una tendenza al 6,25% per febbraio.

Nella nostra analisi mensile sulle commodities, rimarchiamo la clamorosa impennata delle quotazioni di gas e petrolio. Per non parlare del grano, di cui l’Ucraina, con la Russia, è uno dei leader mondiali, che ha toccato alla Borsa di Chicago il suo record storico. Tutte le filiere non potranno che risentire della guerra russo-ucraina, anche quella del Vending tra prezzi dei prodotti e costi di trasporto in preoccupante escalation, mentre l’andamento di mercato nel primo mese dell’anno aveva già fatto registrare di suo una perdita del -31,55% (Fonte Confida) dovuta alla ripresa dello smart working.

Riteniamo, però, che non sarà sufficiente ripartire con i volumi delle erogazioni per traghettare le nostre imprese verso lidi più sicuri. Prendiamo spunto dalle parole di Mario Toniutti di Illiria nell’intervista contenuta in questo numero di VM. “Il nostro mestiere da sempre risulta performante se ben organizzato e controllato. Pertanto, la prima cosa che dovrebbero fare i gestori è guardare dentro le proprie aziende, cercando tutti gli sprechi e le inefficienze dettate dalla disorganizzazione. I prezzi di vendita sono determinati dal mercato non dai gestori; un gestore capace saprà farsi pagare il prezzo giusto”. Recuperiamo i fondamentali dell’imprenditore oculato. Organizzazione e controllo alla ricerca della redditività perduta. Una struttura commerciale che batta il territorio per fare aumenti ponderati ma improrogabili e non che vada a limare il centesimo pur di tenersi locazioni oggettivamente non più sostenibili nel conto economico.

Conosciamo davvero così bene le nostre aziende dall’interno? Uno studio di Eidos Consulting sui bilanci 2020 delle “Top 100” ha evidenziato, in termini di margini sulle vendite, che per ogni Euro di ricavo, sottratti tutti i costi operativi, resta una perdita di quasi mezzo centesimo. Un dato inquietante da sottoporre a un attento controllo di gestione, da cui magari emergeranno altre aree di crisi su cui intervenire. Non è più epoca di tagli lineari per colpire nel mucchio i costi delle imprese.

Uno stimolo, in tal senso, può arrivare per i lettori di VM dallo studio sugli “Oscar del Bilancio” nel Vending: le case history di 25 gestioni che, in base a un paniere di indici finanziari, sono risultate nel 2020 le più performanti in termini di redditività. Di queste, il 60% non appartiene e/o non è collegata a Gruppi nazionali. Non è una patente di “migliori” in termini assoluti, non sarebbe mai una nostra pretesa, ma rappresenta un’interessante cartina al tornasole di  buon governo aziendale e un esempio edificante di come, in una fase storica di grandi concentrazioni di fatturato, si possa rimanere indipendenti e garantire benessere per se stessi, i propri dipendenti e l’area geografica in cui si opera, generando il cosiddetto Valore Aggiunto che misura la ricchezza prodotta da un’azienda per gli stakeholders su cui essa gravita.

 

Enrico Capello
capello@vendingpress.it

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