Il 2020 passerà alla storia come uno degli anni più difficili per il Vending statunitense, mentre i micromarket, uno dei canali di vendita al dettaglio più in rapida crescita da quando sono apparsi sulla scena più di un decennio fa, stanno vivendo una fase di ripresa positiva.
I micromarket – negozi non presidiati che offrono ai consumatori prodotti in scaffalature aperte e terminali self-checkout per pagamenti senza contanti – hanno subito perdite minori, in percentuale, rispetto al Vending tradizionale e all’OCS, secondo quanto riportato dal Nama Industry Census Report del 2020. Eric Dell, vicepresidente esecutivo del-
l’associazione nazionale delle aziende della Distribuzione Automatica negli USA, ha illustrato lo studio congiunturale del settore Vending in occasione della fiera The Nama Show, tenutasi ad agosto a New Orleans e di cui proponiamo una galleria di immagini.
Nel 2020, la Distribuzione Automatica negli Stati Uniti ha registrato un fatturato complessivo di 16 miliardi di dollari, con un calo di quasi 11 miliardi rispetto al 2019, a causa del Covid.
Tra il 2018 e il 2020 il Vending tradizionale ha subito un calo del 32,5%, mentre nell’OCS le vendite sono diminuite del 79%.
Durante il Covid, soltanto il 14% degli operatori dei distributori automatici ha ottenuto una crescita rispetto alla pre-pandemia. Di contro, il 21% dei gestori di micromarket ha comunicato alla NAMA un incremento del business. E, elemento ancora più importante secondo Eric Dell, per i micro mercati si prevede una ripresa più rapida delle vendite, che dovrebbero riportarsi ai livelli del 2019 entro la fine del 2021. I segmenti dei distributori automatici e dell’OCS, invece, non ritorneranno ai livelli del 2019 prima del 2024/2025.
Il posizionamento dei micromarket è andato migliorando costantemente a partire dal 2016, anno delle prime rilevazioni NAMA, soprattutto a scapito dei distributori automatici. Gli operatori dei convenience store spesso stanno scoprendo di poter ridurre le spese in conto capitale e i costi della manodopera sostituendo i distributori automatici con un micro mercato.
Il numero di micro mercati è aumentato del 39% tra il 2018 e il 2020, ha sottolineato Dell, mentre il numero dei distributori automatici è diminuito del 21%. Questo trend ha radici lontane: tra il 2016, primo anno dei rilevamenti NAMA, e il 2020, il numero dei micro mercati è cresciuto da 19.671 a 43.500, mentre, durante lo stesso quadriennio, il numero di distributori automatici si è ridotto da 4,327 milioni a 4,14 milioni. Nel 2016, le macchine OCS attive erano 1,44 milioni, ma nel 2020 erano decresciute a 924.630.
Non deve sorprendere, quindi, il crescente numero delle locazioni servite dai micro mercati, saliti da 18.500 nel 2016 a 34.000 nel 2020, mentre le postazioni rifornite dai distributori automatici sono passate da 1,6 milioni a 1,1 milioni. Secondo la NAMA, queste differenze sono state esacerbate dalla pandemia.
Nonostante i micro mercati siano il segmento più in rapida crescita, nel 2020 la loro incidenza sul totale del settore convenience service è stata appena del 5%, con un fatturato annuo di 1,9 miliardi di dollari. Oltre la metà, il 52%, delle macchinette da caffè presenti nei micro mercati utilizza sistemi a capsule, il 43% serve caffè macinato fresco e il 4% distributori automatici di caffè in grani.
Secondo il sondaggio NAMA, il 70% degli operatori si è detto ottimista sul futuro, prevedendo per il 2022 una crescita complessiva del 64% rispetto al 2020.
Se si guarda alle diverse tipologie dei siti di vendita, sia gli operatori del Vending, sia quelli dei micro mercati stimano che la ripresa derivata dalla cosiddetta “nuova normalità” sarà massima negli stabilimenti produttivi, rispettivamente del 39% e del 50%, seguita da quella presso gli uffici (rispettivamente del 23% e del 46%), nei centri governativi (20% e 9%) e nelle università (15% e 4%).
I risultati del censimento NAMA sono in linea con altre ricerche di settore circa l’aumento del cashless, dato che la percentuale dei distributori automatici che accettano pagamenti non in contanti è risultata essere dell’80%, a fronte del 69% registrato nel 2018.
Tra i pagamenti cashless, l’82% è stato realizzato con carte di credito e di debito, seguito da un 19% effettuato con dispositivi contactless e da un 1% con carte prepagate. I pagamenti biometrici hanno rappresentato meno dell’1% del totale.
Nel Vending, i prodotti non alimentari presentano ottime opportunità di crescita, ha spiegato Eric Dell, tenuto conto che solo l’8% dei distributori automatici offriva prodotti “non food” nel 2020.
Tra le referenze extra-alimentari, il 20% era rappresentato dai farmaci da banco, il 18% dai dispositivi di protezione individuali, il 4% dai prodotti di bellezza, il 6% dall’elettronica e il 4% dalle forniture per ufficio.
Dell ha osservato che il Vending ha l’opportunità di sostituire la consegna manuale ai tavoli negli ambienti di lavoro (le mense aziendali): un’opinione condivisa dal 60% degli operatori intervistati dalla NAMA. “La Distribuzione Automatica – ha concluso Eric Dell – avrà ottime prospettive per il futuro se l’operatore si avvarrà delle migliori tecnologie e unirà ai distributori automatici tradizionali forme e canali di vendita nuovi e diversi. Mi riferisco ai molti siti non tradizionali, che non hanno ancora preso in considerazione il nostro servizio e, in particolare, alle postazioni in luoghi pubblici Dobbiamo pensare fuori dagli schemi”.
Secondo il National Coffee Data Trends, analisi di mercato annuale a cura della National Coffee Association of Usa (NCA), da gennaio a luglio 2021 gli americani hanno aumentato il consumo di caffè del 55% sui luoghi di lavoro e del 20% nei bar e ristoranti, determinando una crescita complessiva del 16% nel consumo di caffè fuori casa.
Lo scorso 28 settembre, data dell’ultima rilevazione della NCA, il 60% degli statunitensi intervistati aveva bevuto almeno un caffè: una percentuale superiore rispetto a qualsiasi altra bevanda (compresa l’acqua del rubinetto). Con l’allentamento delle restrizioni Covid, gli americani stanno tornando, quindi, alle routine pre-pandemia, ma mantengono anche le nuove opzioni di consumo come l’ordinazione drive-through e basata su app.
Il consumo di caffè tra nella fascia dio 25-39 anni è a livelli record, mentre per la prima volta l’infusione a freddo risulta tra i primi tre metodi di preparazione del caffè. Il consumo di caffè freddo è aumentato del 50% da gennaio 2021, confermando la crescente popolarità del cold brew.
Il consumo di bevande a base di caffè espresso, tipiche del fuori casa, è salito del 9%, tornando ai livelli di gennaio 2020.