Lemonsoda: la limonata all’italiana nel formato Vending

Oltre 200 gestori hanno già scelto Lemonsoda e Oransoda con il loro inconfondibile gusto originale, oggi con formati e un’ampiezza di gamma coerenti con il mercato dell’automatico

Lemonsoda e Oransoda sono due marchi iconici del beverage italiano. Sono quei nomi che rievocano non solo una bevanda, non solo la stagione calda, il sole e le spiagge, ma un modo di “gustarsi” i piaceri della vita con lo stile disincantato tipicamente italiano: il sapore dell’Italia verace, colorata, estrosa, gustosa, non stereotipata, quella che ogni giorno trasforma e rinnova le sue tradizioni senza mai tradirne il gusto e il significato.

Lemonsoda e Oransoda sono bevande nate nei primi anni ’30. Divennero presto iconiche con una forte connotazione di naturalità e un’importante identità territoriale legata al Made in Italy, fino a trasformarsi in un vero e proprio cult nei gaudenti anni ’80, tanto che alla fine del decennio iniziarono anche a essere vendute all’estero. A metà anni ’90 i due brand passarono da Bols a Campari e, infine, nel 2017 alla Royal Unibrew con l’acquisizione di Terme di Crodo e dei relativi brand.

Negli ultimi due anni la presenza di Lemonsoda e Oransoda nel Vending si è fatta più strutturata con una divisione che segue nello specifico il canale dell’automatico e prodotti in linea con le esigenze di macchinabilità dei distributori automatici e un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale e alimentare.

Di tutto questo abbiamo parlato con Roberto Zepponi (Marketing&Trade Marketing Director) e Francesca Lumaca (Vending&Horeca Chains Sales Manager).

Com’è strutturato il business di Lemonsoda e Oransoda in riferimento al Vending?

Per garantire un’organizzazione adeguata a un canale strategico come il Vending abbiamo strutturato una rete vendita che, a oggi, si compone di 11 agenti – con presidio in tutta Italia – che riportano a una responsabile di Canale, la dottoressa Francesca Lumaca.

Abbiamo in gamma dei formati ad hoc per la Distribuzione Automatica. Si tratta di un business ovviamente ancora agli inizi per Royal Unibrew, ma gli indubbi punti di forza di questo settore di vendita – il contatto con il consumatore, la capillarità su tutto il territorio e in zone ad alto traffico e la visibilità che il Vending può offrire alla marca – lo rendono un’area di sviluppo molto importante per il nostro Gruppo.

 

Quali sono i vostri prodotti di punta per la Distribuzione Automatica?

Per il mondo soft drink utilizziamo in primis le lattine cosiddette “fat”, più basse rispetto alle sleek e che meglio si adattano agli spazi delle vending machine. Un formato che fa riferimento a tutto il nostro assortimento: Lemonsoda, Oransoda, Lemonsoda Zero, Lemonsoda Mojito, Chinotto. Stiamo, inoltre, puntando molto sugli Energy, un mercato che sta crescendo tantissimo negli ultimi anni e in cui siamo entrati proprio nel 2021 con la linea Lemonsoda Energy Activator: un energy drink italiano e naturale, a base di vera frutta, disponibile per il mondo Vending nel formato “sleek can” da 33cl.

Per quanto riguarda le location, di particolare interesse sono per noi, sicuramente, fabbriche, università, ospedali, aeroporti e stazioni, ma anche palestre cinema e teatri. Sia la gamma di soft drink che quella di energy drink si presta a un target di consumo molto ampio in termini anagrafici e molto variegato in fatto di esigenze e occasioni di consumo.

 

Quanti sono all’incirca i vostri clienti nel Vending?

Serviamo a oggi circa 200 clienti, con obiettivi di crescita ambiziosi nei prossimi anni.

 

Avete avviato o avvierete con i gestori attività di marketing e di category per implementare la brand awareness di Lemonsoda e Oransoda?

La capillarità e la prossimità del canale Vending rappresentano degli asset importanti su cui costruiremo sicuramente un progetto a lungo termine con input lato Marketing, Category e Commerciale, lavorando in maniera sinergica con i nostri partner nella Distribuzione Automatica.

 

Sono note le “battaglie” di una parte dell’opinione pubblica contro il cosiddetto cibo spazzatura. Molti puntano il dito contro le bevande gassate. Avete una proposta che riguarda il salutistico?

Abbiamo riformulato i nostri prodotti riducendo gli zuccheri e, contestualmente, stiamo spingendo molto sulla nostra gamma “Zero”, sempre più importante nel mix dell’azienda.
Gli stessi energy drink sono stati ideati in una chiave nuova, naturale, con ricette a base frutta coerenti con la proposizione di marca di Lemonsoda e Oransoda.

 

Food&beverage significa anche sostenibilità ambientale. Come vi muovete sul packaging, confezioni, ecc.?

A livello di Gruppo stiamo portando avanti un progetto sul R-Pet. Abbiamo immesso sul mercato nuovi formati x4 con outer pack in carta e, in generale, c’è sempre molta attenzione sulla riduzione dell’impatto ambientale della nostra attività, incluso il downsizing e un particolare focus sui formati come la lattina.

 

Il Covid ha impattato in modo forte sul Vending. Confermate che c’è stato un calo in tutto il beverage, in particolare nelle bevande gassate e alla frutta?

C’è stata una battuta d’arresto, ovviamente, ma come azienda abbiamo continuato a investire e a comunicare in vista della ripresa, come testimoniano le campagne di marketing nel 2020, il lancio degli energy drink e il piano di comunicazione a 360° previsto quest’anno sia per Lemonsoda che per Energy Activator.

 

Un trend differente riguarda gli energy drink, che secondo lo studio di mercato di Confida hanno registrato nel 2020 una crescita. È un andamento che anche voi riscontrate?

Assolutamente sì. Si tratta di un segmento del beverage in forte crescita già dal 2019.

Il 2020 ha visto un leggero rallentamento a causa della pandemia, ma l’evoluzione è comunque positiva e quest’anno, con la ripresa della “vita normale”, ci aspettiamo un’ulteriore accelerazione.

 

Siete presenti nel Vending anche con l’acqua?

Al momento no. Attualmente il nostro focus è sui soft e sugli energy drink di qualità. Non escludiamo, però, che in futuro ci possa essere un allargamento in tal senso.

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