Al distributore automatico si paga… con i dati

L’innovazione è firmata da Shackleton, Accenture ed Evoca Group ed è operativa, per ora, in Spagna. Il cliente può comprare uno snack come degli airpods rispondendo a domande e questionari

 

Shackleton, dal 2019 una divisione di Accenture, ha presentato Data Pro Quo, il primo distributore automatico dove i prodotti sono pagati con i dati dei clienti.

L’idea è frutto della collaborazione tra Shackleton, Accenture ed Evoca Group. L’obiettivo è acquisire i dati
reali e usarli per perfezionare i futuri progetti della società di consulenza. Il primo distributore è già operativo nel Digital Hub di Accenture a Madrid e per ora è destinato esclusivamente ad ambienti B2B.

 

Come funziona il distributore?

Il cliente, come per qualsiasi altro distributore automatico, sceglie il prodotto da acquistare. In questo caso, però, non sono presenti fessure per inserire il denaro o modalità di pagamento con carta. L’utente si troverà davanti un display attaverso cui dovrà rispondere a delle domande elaborate al fine di ottenere dei dati utili.

Data Pro Quo propone una gamma di 55 prodotti diversi: 32 tra cibi e bevande, 13 articoli di cancelleria e 10 articoli elettronici. I prodotti sono distribuiti in tre fasce di prezzo (A, B e C), ciascuno associato a un proprio set di domande. In pratica è possibile acquistare un frullato con l’indirizzo email, uno spuntino rispondendo a qualche domanda di lavoro e persino degli airpods compilando un questionario.

Fino a oggi non sono mancate iniziative in cui i dati sono stati ceduti in cambio di sconti o altri vantaggi. Tuttavia questo meccanismo non si era mai spinto così lontano.

Pablo Alzugaray, CEO di Shackleton, ha dichiarato: “Parlare di innovazione e valore dei dati va bene, ma Data Pro Quo sta, ancora una volta, comunicando con i fatti. L’esperienza è il nuovo “campo di gioco”, che richiede design e creatività ma anche strategia aziendale, tecnologia e dati. L’uso dei dati è fondamentale nel processo decisionale. Dobbiamo passare a un modello più intelligente sia per le operazioni che per i processi”, sostiene Carmen López Muñoz, amministratore delegato di Accenture Interactive.

 

Le sfide del progetto

Questo progetto ha visto collaborare Shackleton, agenzia pubblicitaria spagnola di cui Accenture è proprietaria dal 2019, con il team di innovazione di Accenture ed Evoca Group per la costruzione delle macchine.

La sfida tecnica del progetto era duplice. Da una parte bisognava realizzare l’intera interfaccia di comunicazione, attraverso il touch screen, con il sistema di domanda, risposta e valutazione. Dall’altro lato bisognava proteggere la macchina da attacchi hacker. Per tale ragione sono stati utilizzati processi di reverse engineering. Simulando l’inserimento dei dati tramite un circuito hardware esterno, la tastiera a matrice della macchina riceve istruzioni sul prezzo raggiunto con le risposte e il prodotto desiderato, azionando il distributore come se una persona stesse inserendo i dati sulla tastiera alfanumerica.

Per fare ciò, il circuito hacker sulla scheda madre della macchina è stato isolato elettricamente utilizzando opto accoppiatori per evitare loop di massa ed errori di comunicazione tra i due elementi.

Inoltre, tutti i dati gestiti dalla macchina sono memorizzati in server sicuri ad accesso limitato. La privacy sembra dunque essere garantita.

Fonte: www.sicurezza.net

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