La crisi da Covid-19 non ha risparmiato nessuno. Un mare di aziende, organizzazioni, professionisti, artigiani, e chi più ne ha più ne metta, si sono trovati nel bel mezzo di una crisi inaspettata a dover gestire le domande che arrivavano dall’interno, cioè da dipendenti e collaboratori, su cosa fare e perché. E poco importa se ci si è trovati nella decisione di dover chiudere o di dover tenere aperti: in entrambi i casi ci si è trovati a fare i conti con le aspettative e la ricerca di informazioni e spiegazioni che venivano anche dall’interno dell’azienda.
“Nessun problema può mai essere risolto congelandolo”, diceva Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito all’epoca della seconda guerra mondiale. “In altre parole, di fronte alle cose che accadono, soprattutto di fronte a una crisi, stare zitti è la scelta sbagliata – spiegano Marino Pessina e Chiara Porta, rispettivamente Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione Eo Ipso (www.eoipso.it) – . Nelle varie situazioni di crisi si deve sempre riconoscere il problema, facendo capire subito di essere coinvolti dalla crisi e disponibili a fornire informazioni; si deve assumere la propria responsabilità sociale, perché non ammettere le proprie colpe compromette la credibilità dell’organizzazione; si deve dimostrare serietà, comunicando la volontà di approfondire e rimuovere le cause della crisi e gli eventuali provvedimenti correttivi”.
Le regole da seguire non sono moltissime. E decisamente chiare:
“Una volta stabilito cosa comunicare e tracciato il canovaccio di come comunicarlo e come spiegarlo – concludono Marino Pessina e Chiara Porta – ci si prepara a gestire la comunicazione interna, allenandosi almeno un minimo a rispondere alle domande, anche a quelle più difficili, e ad affrontare possibili situazioni di tensione”.