La pandemia richiede che soprattutto le aziende sui social adottino contenuti, tono di voce e azioni adeguate.
“I social media sono un luogo dove le persone vanno primariamente a parlare di ciò che gli accade nella vita privata, soprattutto con le persone che contano per loro. Le aziende sono sempre state un ospite necessario, e non sempre felicemente invitato, perché mentre tutti abbiamo i nostri interessi lavorativi, nessuno va sui social media per consumare intenzionalmente la pubblicità – spiegano Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione Eo Ipso (www.eoipso.it) – . In questo momento le tradizionali strategie aziendali messe in atto sui social rischiano di essere inadeguate. Alla luce dell’emergenza Covid-19, le aziende che già utilizzano regolarmente i social devono apportare profonde modifiche al linguaggio usuale e quelle che tendono a ignorare o utilizzare poco i social hanno la necessità di creare una conversazione con il pubblico, sfruttando l’intero ecosistema digitale e tutte le diverse tessere all’interno di ciascuna piattaforma. Chiudersi nel silenzio in attesa che tutto passi non aiuterà, servirà solo a farvi scomparire a poco a poco. Comunicare, quindi, ma farlo con uno scopo. Promuovendo al contempo un senso di sostegno, comunità e riconoscimento di ciò che il mondo sta vivendo in questo momento”.
Si lotta per sopravvivere, anche se si è chiusi. La domanda che tutte le aziende si dovrebbero porre in questo momento per impostare una strategia di comunicazione sui social è: “Come posso usare la mia presenza sui social media per supportare la mia comunità?”. L’obiettivo non è quello di promuovere la propria attività, ma di offrire leadership e supporto durante questo periodo senza precedenti. Si tratta di un’opportunità fenomenale per creare connessioni significative.
Occorre astenersi dall’usare un linguaggio che potrebbe causare paura o apparire come se si stesse capitalizzando sul caos (ad esempio: “Fine dei giorni in vendita!” oppure “Offerta limitata nel tempo! Coronavirus!”). Il marketing basato sulla paura può forse essere efficace nell’immediato, ma è sicuramente dannoso nel lungo periodo.
Evitate i messaggi che potrebbero far sembrare che state sfruttando la crisi piuttosto che fornire valore al pubblico.