Le recenti oscillazioni di prezzo nel mercato del caffè hanno messo in luce la varietà arabica, ma è molto probabile che a vincere la battaglia sia la varietà meno pregiata, il robusta, e questo a causa di un aumento del consumo indotto dalla quarantena adottata a livello mondiale al fine di limitare il diffondersi del Coronavirus.
Da Londra a Seattle le caffetterie hanno chiuso i battenti, ed i consumatori si riversano nei supermarket al fine di reperire il loro prodotto preferito: qui entra in gioco il robusta.
La maggior parte delle caffetterie sono orgogliose di servire ai loro clienti il loro arabica di alta qualità, ma il caffè che acquistiamo per l’utilizzo domestico solitamente contiene una quantità decisamente elevato di robusta.
Da tenere in considerazione anche la potenziale interruzione di offerta – sempre di robusta – derivante dal diffondersi del virus nei mercati emergenti ove questa varietà di caffè viene prodotta. Prendiamo come esempio il Vietnam: questa nazione è il maggior produttore di robusta su base globale, e proprio qui il governo ha ordinato un lockdown di 15 giorni che ha fatto cadere nel panico i commercianti, che si mostrano sempre più preoccupati in merito a possibili problemi legati alla spedizione del prodotto; nella giornata di giovedì 2 aprile i future sul robusta hanno subito un incremento di oltre il 3% che potrebbe segnalare un’inversione di tendenza per l’evoluzione di prezzo di questo prodotto che, come abbiamo visto, non ha per nulla replicato i movimenti osservati nella varietà arabica.
“In Europa e negli USA le persone hanno fatto scorta di caffè da consumarsi in casa – spiega Carolos Mera, analista presso Rabobank – e poiché ci attendiamo un aumento della diffusione del virus nei Paesi emergenti, è lecito attendersi che i consumatori contribuiscano ad aumentare gli acquisti con ripercussioni positive sul robusta”.
Il volume delle vendite di caffè presso i rivenditori americani è aumentato del 31% nelle 4 settimane terminate il 22 marzo 2020 e nel Regno Uniti queste vendite sono aumentate del 30% nella settimana terminata il 14 marzo 2020, ovvero il maggior incremento in 3 anni (dati Nielsen).
Nel primo trimestre 2020 gli americani hanno consumato il 7,6% di caffè in più all’interno delle loro abitazioni, mentre il consumo presso i ristoranti è diminuito del 14%: la ricerca è stata condotta da StudyLogic, i cui analisti hanno evidenziato come i consumatori abbiano aumentato il consumo di caffè istantanei e tradizionali contenenti una maggior quantità di robusta nella miscela.
Un comportamento simile potrebbe ben presto estendersi anche alle economie emergenti del sud-est asiatico, in America Latina e in Africa. Nei Paesi dove il tè è la bevanda preferita per il consumo tra le mura domestiche ed il caffè viene assunto in prevalenza nei locali commerciali potremo, al contrario, assistere ad un calo della domanda complessiva.
“La maggior parte degli africani e degli asiatici non possiede macchine per il caffè espresso o americano, ragion per cui il caffè istantaneo va per la maggiore: sostanzialmente, con le caffetterie chiuse, le persone bevono il caffè a casa loro, ma non è arabica, è robusta!” (Judy Ganes, presidente di J. Ganes Consulting).
L’aumento della domanda di robusta, spiegano i tecnici di Rabobank, potrebbe far salire i prezzi di circa il 16% a 1.400 dollari per tonnellata nelle prossime quattro settimane.
Fonte: Bloomberg
A cura di Gabriele Picello (www.commoditiestrading.it)