Sintesi dei risultati al 31 dicembre 2019
– FATTURATO CONSOLIDATO: pari a Euro 462,9 milioni, +6,6% rispetto al 2018
– EBITDA ADJUSTED: Euro 105,5 milioni (con effetti IFRS16); Euro 94,3 milioni al netto effetti IFRS16
– UTILE NETTO ADJUSTED: pari a Euro 26,3 milioni +0,1% (con effetti IFRS16); Euro 27,3 milioni (+4,1%) al netto effetti IFRS16 (prima degli utili di terzi per Euro 1,2 milioni)
– PERFEZIONATE 11 NUOVE ACQUISIZIONI nel core business del Vending e una nella divisione Coin, per un valore di circa Euro 29,8 milioni
Andamento della gestione
Il fatturato consolidato del 2019 ammonta a Euro 462,9 milioni (di cui Euro 417,0 milioni derivanti dall’attività caratteristica del vending), con un incremento del 6,6% rispetto ai Euro 434,4 milioni del 2018 (di cui Euro 395,9 milioni nel vending).
I ricavi complessivi aumentano del 7,1% in Italia e del 3,5% in Francia; calano del 5,7% in Spagna e del 2,4% in Svizzera. In aumento il fatturato della CGU Coin Service (+26,6% in totale; di cui +6,2% nel business principale della moneta metallica), a cui contribuiscono anche lo sviluppo dell’attività di monetica digitale nella controllata Venpay (+50,3%) e l’acquisizione di Moneynet S.p.A., entrata nel consolidato di IVS Group da agosto 2019.
L’andamento complessivo delle vendite nel vending, a parità di perimetro e di giorni lavorativi, è stato pressochè stabile, con un +0,7% in Italia, -1% in Francia, -5,4% in Spagna e -2,8% in Svizzera. Come riportato in precedenti trimestri, il calo della Spagna è stato particolarmente influenzato da riduzioni dei volumi presso alcuni grandi
IVS Group S.A. è il leader italiano e secondo operatore in Europa nella gestione di distributori automatici e semiautomatici per la somministrazione di bevande calde, fredde e snack (vending). L’attività si svolge principalmente in Italia (79% del fatturato), in Francia, Spagna e Svizzera, con circa 202.000 distributori automatici e semiautomatici, una rete di 82 filiali e più di 3.000 di collaboratori. IVS Group serve più di 15.000 aziende ed enti, con oltre 850 milioni di erogazioni all’anno.
clienti nel settore automotive; in Svizzera, il calo del fatturato (per quanto limitato in valore assoluto) dipende invece da una rotazione del portafoglio clienti, che ha comportato un aumento della redditività.
Il numero di erogazioni totali nel 2019 è stato pari a 867,3 milioni, da 834,3 milioni del 2018 (+4,0%). Come negli anni e nei trimestri precedenti, IVS mostra costantemente un tasso di acquisizione complessivo di nuovi clienti superiore al churn rate. Il prezzo medio delle erogazioni è salito a Euro 48,08 centesimi da Euro 47,45 centesimi dell’analogo periodo 2018 (+1,3%).
Nel core business del vending nel 2019 sono state perfezionate 11 acquisizioni, in Italia e in Francia, per un Enterprise Value complessivo di circa Euro 29,7 milioni, con un contributo pro rata temporis al fatturato di circa Euro 18,7 milioni.
L’ EBITDA reported (con IFRS16) sale a Euro 104,8 milioni da Euro 91,1 milioni del 2018 (senza IFRS16). L’EBITDA Adjusted consolidato è pari a euro 105,5 milioni (con IFRS16), ovvero Euro 94,3 milioni senza IFRS
16, da Euro 93,4 milioni (senza IFRS16) del 2018 (+1,0%), con un’incidenza sul fatturato del 20,4%.
Utile netto reported di Gruppo pari a Euro 19,7 milioni (con IFRS16), prima degli utili di terzi per Euro 1,2 milioni. Il risultato netto è influenzato da costi e proventi considerati eccezionali per loro natura, di cui Euro 2,2 milioni riconducibili alle acquisizioni effettuate; la parte di costi straordinari più significativa per complessivi Euro 6,4 milioni è peraltro connessa al rifinanziamento – avvenuto tra settembre e novembre 2019 – del prestito obbligazionario scadenza novembre 2022 con nuova obbligazione con scadenza settembre 2026 (costi legali e commissioni per il collocamento della nuova emissione, costi per l’esercizio di call anticipata al prezzo di 101,125, il rateo dei residui costi non ammortizzati relativi al bond rimborsato, nonché i maggiori interessi pagati nel periodo di coesistenza dei due bond). Inoltre, per quanto non inclusi nei costi straordinari, vanno inoltre considerati i maggiori interessi (circa Euro 1,1 milioni) pagati nel periodo intercorrente tra la data di emissione interessi del nuovo prestito obbligazionario da 300 milioni al 3% e la data del rimborso anticipato del bond preesistente da 240 milioni al 4,5%. Tali costi una tantum per il rifinanziamento, genereranno un significativo risparmio sui tassi di interesse fino al 2026.
L’Utile Netto Adjusted (degli utili di terzi) al netto delle voci straordinarie, è pari a Euro 26,3 milioni con IFRS16 e Euro 27,3 milioni senza IFRS16 (+4,1%) rispetto al 2018.
La Posizione finanziaria netta è negativa per Euro 386,0 milioni (con IFRS16), ovvero Euro 326,5 (senza IFRS16) da confrontarsi con il dato a settembre 2019 pari a Euro 385,6 milioni con IFRS 16 (e al 1 gennaio 2019, sempre con IFRS16, di Euro 348,5 milioni). Nel corso dell’anno sono stati effettuati pagamenti per investimenti netti pari a Euro 72,6 milioni, di cui circa Euro 51,6 milioni per investimenti tecnici netti, inclusi quelli relativi alle aziende acquisite e i pagamenti per investimenti fatti in periodi precedenti ed Euro 21,0 milioni per pagamenti su acquisizioni. Alle uscite di natura industriale si aggiungono pagamenti per Euro 11,1 milioni per dividendi (terzo trimestre), Euro 7,8 milioni connessi al rifinanziamento dei prestiti obbligazionari (quarto trimestre) e Euro 3,2 milioni per pagamenti sanzione antitrust del 2016 (nel primo trimestre, fino a marzo 2019).
Il gruppo a fine 2019 ha Euro 22,0 milioni di crediti IVA (Euro 13,6 milioni a fine 2018) non inclusi nel calcolo della posizione finanziaria netta, potenzialmente incassabili anche tramite cessioni pro-soluto.
Per un quadro più completo dell’andamento alleghiamo il comunicato completo