General Matic: un “gioiellino” dell’Industria 4.0

La storia di una piccola gestione a conduzione famigliare che ha saputo crescere sfruttando le agevolazioni fiscali sull’acquisto di distributori automatici e sistemi di ultima generazione

 

Stefano Perissinotto

L’impresa di gestione General Matic Snc ha origini lontane. Nata, infatti, a Chieri, cintura sud di Torino, come ditta individuale di Perissinotto Silvio nel 1969, si è trasformata poi, nei primi anni 2000, in General Matic Snc quando i figli di Silvio – Gabriella, Paolo e Stefano – hanno assunto il ruolo di amministratori della ditta. Nel 2018, General Matic ha allargato il suo business grazie alla partnership stretta con la G&D Snc di Sorriento Giuseppe e C., altro operatore nella zona del torinese.

I vari cambi di sede sono stati, negli anni, la cartina al tornasole della crescita della General Matic. Inizialmente l’azienda aveva la sede a Chieri in Via Alfieri, ma il magazzino era di dimensioni modeste. Nel 2001 è stata  trasferita sempre in Chieri ma in Via Riva 9, su una superficie pressoché doppia.

Da circa un anno è avvenuto un ulteriore salto di qualità con il trasloco nel moderno e ampio capannone di Via del Tario 8, zona industriale di Andezeno (Torino). Parliamo di una struttura di circa 1.200 mq più gli uffici.

In General Matic lavorano una ventina di persone e l’area geografica interessata dal servizio di ristoro automatico comprende tutto il torinese (fino a Nord, nelle zone di Lanzo e Avigliana) e una larga fetta delle province di Asti e Cuneo.

Il valore di un servizio “ad personam” offerto da 50 anni alla clientela dalla famiglia Perissinotto si misura dai prodotti di qualità stoccati nel funzionale magazzino, dall’officina in cui vengono effettuate le riparazioni e la messa a punto dei distributori automatici e dal laboratorio per il confezionamento quotidiano di panini freschi da vendersi a mezzo di distributori automatici. L’autorizzazione alla vendita è stata concessa dalla ASL 8 di Chieri in data 08/01/2003.

Oggi il business della General Matic è quasi esclusivamente concentrato sull’automatico. “L’OCS è marginale – spiega Stefano Perissinotto, responsabile commerciale – . Lo forniamo solo ai clienti che ce lo chiedono. Non facciamo sviluppo commerciale. Puntiamo su piccoli numeri e alta qualità di prodotto e servizio. Quindi solo capsule di sistemi proprietari. Non ci interessa competere nella “giungla” senza regole dei cloni. Per il controllo delle erogazioni utilizziamo il sistema di telemetria Reika e devo dire che i consumi si sono mantenuti costanti nel tempo”.

Il “caso” della General Matic può fare storia ed essere paradigmatico di un Vending pronto all’evoluzione. Parliamo, infatti, di Industria 4.0 e Iperammortamento. Argomenti che parrebbero – al di là dell’indubbio beneficio fiscale – più pertinenti ai Gruppi e a realtà medio/grandi che a imprese di gestione piccole e a conduzione famigliare, dove l’operatività quotidiana occupa già tutte le risorse (umane e non solo) disponibili e per le quali diventa, quindi, difficile, destinare altri investimenti per seguire la burocrazia e gli interventi tecnici obbligatori per aderire a queste agevolazioni.

Alla General Matic, invece, ciò è stato fatto grazie a una lungimirante programmazione e i primi risultati si stanno già vedendo. Oggi la ditta chierese può essere considerata un “gioiellino” di Industria 4.0 applicata al Vending.

 

Stefano, da dove nasce la volontà di aderire all’Iperammortamento?

Siamo piccoli ma non crediamo che ciò sia un ostacolo alla crescita. Bisogna sapersi organizzare e sapersi appoggiare a persone qualificate. Tutto è partito nel 2017 quando io e mio fratello Paolo siamo stati invitati da Coges, il nostro storico fornitore di sistemi di pagamento, a partecipare ad alcune riunioni presso una rivendita in cui veniva fatta formazione ai gestori sull’Iperammortamento. Lo abbiamo trovato utile e abbiamo cominciato a ragionarci sopra.

 

È bastato, in fondo, poco a convincervi ad aderire…

Non è andata proprio così. Sapevamo che per rendere interconnessi i distributori sarebbe servito un forte investimento in tecnologia e personale. Quando abbiamo avuto tra le mani il manuale operativo della legge ci siamo scoraggiati: era composto, infatti, da 170 pagine molto fitte.

Ci è stato di grande aiuto il fatto di avere un unico fornitore. Utilizzare sistemi di pagamento, dispositivi e protocolli standardizzati rende più semplice la programmazione e la gestione dell’interconnessione.

L’altro importantissimo elemento propulsivo è stato il fatto che la Coges abbia saputo seguirci passo a passo nell’attività. È stata per noi anche un consulente fiscale, evitandoci la lettura e l’interpretazione della norma, oltre, ovviamente, ad affiancare i nostri tecnici per la modifica e l’adeguamento del parco macchine preesistente all’iperammortamento.

 

A che punto siamo con il lavoro?

Siamo partiti a novembre 2018. Abbiamo interconnesso oltre 110 macchine e contiamo di terminare entro fine anno. Inoltre, dal 1° gennaio 2019 tutti gli acquisti di distributori nuovi sono riferiti a modelli già adeguati al sistema Industria 4.0.

 

Avete assunto nuovo personale?

No. Siamo riusciti a fare tutto con chi è già impiegato in azienda grazie anche, come dicevo prima, al lavoro di concerto col fornitore.

 

Avete cominciato anche con la telemetria?

Dal 2017 abbiamo installato Nebular accanto al sistema di pagamento Engine e alla gettoniera rendiresto Unica.

Aderire a una progettualità così complessa non significa solamente godere per 7 anni di un’agevolazione da mettere a bilancio: sarebbe un orizzonte troppo limitato per un’azienda. Mentre ci siamo è opportuno approfondire e capire quali siano i vantaggi che ti possono dare l’interconnessione e la telemetria.

 

Sarà questo il vostro prossimo impegno?

Confermo. Abbiamo già constatato che la telemetria ottimizza il lavoro sugli allarmi preventivi nelle varie locazioni. È un modo per anticipare la chiamata di segnalazione del cliente e intervenire in modo tempestivo. Ma poi c’è anche la “partita”, tutta da giocare, sull’adeguamento delle linee prezzi e dei rimborsi ai clienti da remoto, delle soglie di pagamento delle chiavette, ecc. Ripeto: da remoto si possono fare tante operazioni, migliorando la gestione, ma la telemetria va compresa e applicata sul campo.

L’obiettivo che ci siamo posti è dare, nel tempo, a questo lavoro un regime di quotidianità in modo che si incastri nel nostro sistema senza, però, appesantirlo. Occorrerà dotarsi di un’organizzazione interna semplice ma molto schematica. È un percorso lungo ma, anche in questo caso, avere Coges con noi ci sarà di aiuto.

 

Avete attivato anche i pagamenti via app?

Abbiamo iniziato a proporre ad alcuni clienti il sistema Pay4vend. Ogni giorno registriamo nuove iscrizioni. C’è un interesse che sta aumentando.

Per noi il sistema app, così come i d.a. con schermi touch, sono un interessante escamotage commerciale. È un modo per “premiare” i clienti più fedeli e performanti. In certe situazioni più essere anche un mezzo per ottenere un minimo aumento di prezzo.

 

Le sfide che attendono ogni giorno un piccolo operatore sono parecchie. Come gestite, ad esempio, l’argomento spinoso del plastic free?

Spiegando la norma ai clienti. C’è ignoranza in materia. Molte persone si fermano ai titoli di tv e giornali e ai post di facebook ma non conoscono veramente la legge. Credono che tutti gli accessori in plastica siano stati banditi dal Vending. Ma non è così e tocca a noi addetti ai lavori fare formazione e correggere gli errori di altri. È un lavoro in più. In tal senso servirebbe almeno una correttezza di informazioni da parte delle istituzioni preposte che, invece, per fare propaganda politica complicano la vita delle aziende.

e.c.

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