Hai installato il distributore di snack, quello delle bevande fredde, il dispenser dell’acqua e ovviamente la macchina automatica per il caffè per creare la tua area break presso il cliente. Magari hai anche previsto di proporre una vetrina intelligente per il tuo d.a. 4.0 per rendere più attrattivo e interattivo il servizio. Tuttavia, ti accorgi che manca ancora qualcosa: nonostante l’intero spazio sia stato allestito con delle belle vending machines, l’insieme risulta ancora troppo anonimo. Alla fine, calcolando i vari accessori, l’investimento effettuato per il corner sembra più alto rispetto al profitto che avevi preventivato; pertanto, l’aggiunta di altri ritocchi che possano migliorare l’aspetto d’insieme non è certo una spesa che ritieni possa rientrare nei tuoi piani.
E se invece questo esborso la sostenesse l’azienda e non tu gestore?
È questa l’ultima tendenza fra gli operatori di micromarket, Vending e OCS, soprattutto negli Stati Uniti: fare in modo che sia il beneficiario del servizio a pagare il design di interni dell’area vending aziendale. In base a un’indagine effettuata da Automatic Merchandiser, la rivista americana della Distribuzione Automatica, attualmente il 60% degli operatori sostiene che il cliente non si fa mai carico dell’allestimento, pur aspettandosi che l’installazione funzioni nel migliore dei modi; tuttavia, a poco a poco, l’opzione del cliente/installatore inizia a farsi strada fra le soluzioni in grado di aumentare il profitto dell’operatore.
Di fatto, il 30% dei gestori intervistati si augura che sia il cliente a pagare l’interior design; vi è poi un 5% che opta per un pagamento congiunto 50/50 e un 5% che ha capito che le infrastrutture rientrano fra le responsabilità esclusive dell’azienda che le ospita, la quale pertanto deve farsi carico del costo totale.
Suzanne Neil, esperta in risorse umane, sostiene che la gradevolezza dell’ambiente di lavoro è un aspetto fondamentale, per cui ogni gestore vending dovrebbe prestare particolare attenzione all’allestimento di interni: “Ci piace pensare che l’operatore che lavora per noi si preoccupi anche del progetto di design, pertanto è logico che noi, in quanto azienda, provvediamo a coprire i costi inerenti a questo servizio complementare”.
Tuttavia, questa rimane ancora un’eccezione, poiché nella vita quotidiana di una qualunque azienda il design di interni non rientra, per il momento, fra le principali priorità da affrontare o da pianificare in ottica futura. È proprio a quel punto che l’operatore vending dovrebbe prendere l’iniziativa, mostrandosi intraprendente e offrendo tale servizio ai propri clienti come un vero e proprio valore aggiunto di cui tutti possono beneficiare.
Scaffali, tavoli, sedie, complementi specifici per le macchine, illuminazione. Nell’allestimento di ogni corner è racchiuso un intero “mondo” di possibilità in cui l’operatore può fare la sua parte per invogliare e “sedurre” i clienti.
Francesco Lo Presti, Direttore Commerciale Estero di DA DESIGN GROUP è dell’opinione che l’arredamento possa rappresentare un plus per gli operatori: “È un plus per i gestori che intendono proporsi verso i propri clienti con un servizio qualificato e distintivo, che possa riportare il business al di sopra della sola trattativa dei prezzi”.
“L’allestimento delle aree break può essere una vera e propria strategia di fidelizzazione del cliente anche a lungo termine. È evidente che se l’operatore intende utilizzare quindi l’area break come forma di marketing, investirà direttamente nell’arredamento”.
Non è escluso che il cliente, sempre più attento ed esigente, possa richiedere egli stesso l’arredamento: “allora il gestore potrà integrare l’offerta all’interno della propria politica commerciale e trasformarla in un’ulteriore forma di guadagno”, puntualizza il manager dell’azienda laziale.
L’esperienza di DA DESIGN mostra che c’è un atteggiamento comune degli operatori a livello europeo nell’ambito dell’allestimento delle aree break: “A oggi, sia in Italia sia all’estero c’è una tendenza predominante dell’operatore a sostenere l’intero costo dell’arredo, proponendolo, perciò, sul mercato come un upgrade di servizio nei confronti del cliente che evidentemente è sempre più necessario fidelizzare”.
Qual è l’ultima tendenza dei corner Vending e OCS? Sempre il dottor Lo Presti della DA DESIGN assicura che oggi non vi sono particolari trend rispetto a uno specifico allestimento ma vi è soprattutto un’attenzione ad elementi innovativi. “La domanda si concentra sempre più sulla realizzazione di aree break funzionali ma al contempo accessoriate con optional quali: grafica personalizzata, moduli per la raccolta differenziata dei rifiuti, touch screen informativi e interattivi, punti WI-FI, dispositivi USB e altro ancora; accessori che la DA DESIGN, la cui vision è da sempre basata sull’innovazione, ha introdotto “pioneristicamente” da anni nell’allestimento delle aree automatiche di ristoro”.
Ultima riflessione con il dottor Lo Presti è sull’evoluzione del mercato. Infatti ci segnala con particolare attenzione la crescita del settore Outdoor e Public Vending: “La DA DESIGN oggi si sta facendo parte promotrice con l’obiettivo di cogliere nuovi segmenti e quindi nuove opportunità di business per il gestore attraverso lo sviluppo di progetti nell’ambito del Vending in Outdoor. Stiamo
realizzando strutture antivandaliche ma al contempo dotate di elementi tecnologici e di servizio pubblico. Infatti riteniamo che sia un nuovo segmento che possa dare la possibilità agli operatori di installare i distributori automatici e offrire servizi in nuove location ove fino a oggi non era stato possibile”.
Fernando Martínez, Creative Manager di Hexabrand, sostiene che il punto fondamentale consista nel far sì che le installazioni di Vending migliorino sempre più il loro impatto visivo, indipendentemente dall’ubicazione delle macchine: “L’obiettivo è creare un contesto visivo omogeneo e gradevole, che costituisca una zona di riposo virtualmente separata dagli altri ambienti”.
Egli ritiene che nei punti vendita non dovrebbero mai mancare “cestini o contenitori per la raccolta differenziata” e che bisognerebbe prestare più attenzione all’illuminazione, alla collocazione delle macchine, alla gamma dei colori, al posizionamento di cartelli o di etichette, cercando di differenziare il più possibile ogni spazio dall’ambiente circostante.
E se, per caso, mettendo un piccolo tavolo e delle sedie di fianco alla macchina del caffè, provassimo a “rubare” i clienti al bar di fronte all’azienda?
Steve Orlando, operatore di micromarket da 10 anni negli Stati Uniti e cofondatore di Fixturelite, ha le idee molto chiare: “Quando parliamo con gli esperti di organizzazione aziendale, essi ci dicono che il fatto di avere una sala relax di alto livello, situata in un contesto adeguato, non rappresenta più un’opzione ma un requisito essenziale. È un’opportunità che sta solo aspettando di essere colta: vi sono molti clienti che sarebbero disposti a pagare di più per avere un arredamento piacevole”.
Che il contesto debba essere gradevole è un punto ormai appurato, per cui ci si augura che gli operatori di vending e OCS prendano coscienza di ciò per trovare le soluzioni migliori.
Per concludere, è necessario aprirsi alle diverse modalità di finanziamento dei corner destinati al ristoro automatico, poiché la questione dell’arredamento avrà un ruolo sempre più di primo piano nel Vending.