Il mercato del “bio” è esploso con un ritmo di crescita di fatturato a doppia cifra anno su anno. Sulla definizione di biologico, rimangono, però, ai consumatori ancora molti dubbi, portandoli a volte a fraintenderne il significato. Spesso esso viene confuso con l’idea di agricoltura locale, detta anche a “Km 0”.
L’abuso del termine sulle etichette dei prodotti e nei nomi stessi dei marchi, inoltre, non aiuta sempre a riconoscere i prodotti effettivamente biologici. Per essere chiamati tali, questi devono provenire da un’agricoltura biologica la quale deve seguire regole e le tecniche di coltivazione dettate dall’Unione Europea. Per agricoltura biologica si intende un sistema di produzione che rispetti il più possibile i cicli di vita naturali. Ciò implica che l’impatto umano debba essere ridotto al minimo, al fine di preservare le caratteristiche del suolo e salvaguardare la biodiversità.
Le regole che dovrebbero essere seguite per ottenere la certificazione “bio” sono le seguenti:
• No OGM (organismi geneticamente modificati);
• No sostanze chimiche: l’utilizzo di agenti chimici come antibiotici, pesticidi e fertilizzanti sintetici è molto ridotto;
• Sostanze naturali: si preferiscono fertilizzanti naturali, come il letame o il compost;
• Rotazione stagionale: si effettuano rotazioni delle colture, così da impedire ai parassiti di proliferare;
• Difesa contro i parassiti: si può intervenire con sostanze naturali di origine animale, vegetale o minerale, ma solo se autorizzate dal regolamento CE;
• Insetti utili: si utilizzano tecniche di salvaguardia di insetti che sono antagonisti dei parassiti;
• Pacciamatura: viene effettuata la copertura del terreno con erba fresca o fieno per isolarlo termicamente e inibire la crescita di erbe infestanti.
L’etichetta che designa un prodotto come biologico è nota come “Euro-leaf” (vedere logo qui sotto) ed è obbligatoria dal 1° luglio 2010 in base al Reg. CE n. 271/2010.
Per poter ottenere la certificazione, degli enti di controllo designati devono verificare che le direttive UE vengano applicate nel modo corretto.
Le condizioni da rispettare sono le seguenti:
• Il 95% degli ingredienti di origine agricola proviene da agricoltura biologica;
• La confezione riporta i nomi del produttore e del venditore e il codice dell’organismo che si è occupato di controllare l’ultima operazione prima della messa in vendita;
• I due cicli produttivi biologico e convenzionale sono stati separati, anche durante il trasporto;
• Il prodotto è stato analizzato presso laboratori che operano con metodi analitici ad alta sensibilità.
Secondo la normativa sarebbe vietato utilizzare la dicitura “biologico” nelle etichette e nelle pubblicità se il prodotto non ha ricevuto la certificazione ufficiale. Purtroppo molti loghi e marchi contengono le parole “bio”, “eco” o “green” solo per motivi di marketing, senza avere certificazioni. Di conseguenza, occorre diffidare da chi non espone i logo “Euro-leaf” sulla confezione e si spaccia per “biologico”.
Accanto al logo dell’UE è permesso apporre, simultaneamente, anche altri loghi nazionali, locali o privati.