Gli agricoltori impegnati nella coltivazione di soia e cotone nelle vastissime aree nel nord-est del Brasile hanno scoperto un “lato nascosto” del caffè: rende molto di più degli altri prodotti!
Le piantagioni di caffè stanno aumentando nell’area occidentale dello stato di Bahia che, un tempo, non era adatto a ospitare tali colture che sono state implementate solo grazie all’installazione, una decina di anni fa, di sistemi di irrigazione su vasta scala. L’area in oggetto presenta notevoli vantaggi in quanto, essendo quasi totalmente pianeggiante, consente di effettuare le operazioni di raccolta in modo interamente meccanizzato riducendo di molto i costi di produzione in loco.
I coltivatori dell’area occidentale dello stato di Bahia non si dedicano solamente al caffè, ma sono impegnati nella produzione di soia e cotone, ma si stanno rendendo conto dei vantaggi economici che la coltivazione di Arabica può riservare loro anche nell’attuale contesto di mercato connotato da prezzi del caffè contenuti a fronte di quotazioni di soia e cotone sostenute.
“Il caffè è il prodotto che assicura il rendimento più elevato”. Questo è quanto spiega il titolare della Fazenda Café do Rio Branco che gestisce 500 ettari di terreno coltivati a caffè e circa 200 dedicati alla soia proprio nello stato di Bahia. Le rese di soia e cotone sono previste soddisfacenti nel 2018 a seguito del clima favorevole, dopo circa due anni di condizioni meteo avverse che l’irrigazione artificiale non è stata in grado di compensare. Strabiliante l’incremento della resa di caffè – prevista a 47 sacchi per ettaro nel l 2018 contro i 33 sacchi del 2017 – che garantisce, peraltro, un prodotto di qualità elevata che viene venduto dalla Fazenda Café do Rio Branco direttamente alla Illy.
La resa della Fazenda Café do Rio Branco non rappresenta tuttavia il picco, poichè nella vicina São Desidério un produttore ha comunicato un risultato eccezionale di 60 sacchi per ettaro, pari al doppio della media nazionale; una resa che potrebbe risultare ancor più elevata se i coltivatori locali non dovessero condurre quella che, a tutti gli effetti, è una lotta “senza quartiere” agli attacchi parassitari che si propongono come un effetto negativo del clima connotato da temperature più elevate rispetto a quelle di Minas Geiras e Sao Paulo.
Fonte: Reuters
A cura di Picello Gabriele (Caporedattore Commoditiestrading.it)