Il 6 settembre 2017 sui principali mezzi di informazione italiani ed esteri è stata data ampia diffusione alla notizia che l’industria europea dei soft drink non venderà più bevande zuccherate nelle scuole secondarie dell’UE.
Lo “stop” è stato deciso volontariamente dagli stessi produttori di bibite attraverso l’Unesda, l’Associazione che rappresenta i maggiori player del mercato a livello globale, ed è stato comunicato in Italia da Assobibe, l’associazione nazionale di produttori di bevande analcoliche aderente a Confindustria.
La decisione riguarda, soprattutto, i distributori automatici e verrà applicata gradualmente, ma l’obiettivo è quello di raggiungere, entro la fine del 2018, tutti i Paesi del Vecchio Continente, cioè circa 50mila scuole secondarie e più di 40 milioni di studenti.
L’industria dei soft drink si è impegnata a vendere solo bibite a ridotto contenuto calorico o senza calorie, oltre naturalmente all’acqua, nell’ottica di contribui-re a ridurre i tassi di obesità giovanile.
Questa novità sembrerebbe confermare il cammino già intrapreso dalle industrie del settore verso politiche di marketing più “responsabili”. L’Unesda si era già imposta, infatti, di diminuire del 12% il livello di zuccheri presente nelle bibite tra il 2000 e il 2015, con l’obiettivo di incrementare il “taglio” di un ulteriore 10% entro il 2020. Inoltre le policy assunte verso i bambini e gli adolescenti prevedono già da tempo di non vendere bibite nella scuola primaria oltre a specifiche limitazioni alle forme di promozione e pubblicità dirette ai bambini sotto i 12 anni.
Al di là degli aspetti etici, tuttavia la decisione appare, principalmente, come una reazione forzata e necessaria (anche per una tutela commerciale dei propri interessi) a un clima di ostilità sempre più diffuso verso tutta l’industria delle bevande contenenti zuccheri aggiunti, messe sotto accusa da una parte sempre più vasta dell’opinione pubblica come principali cause di obesità e diabete.
La risposta del settore della Distribuzione Automatica non si è fatta attendere. Il 7 settembre è uscita una nota di Confida in merito all’iniziativa di autodisciplina assunta da Unesda, in cui il Presidente, Piero Angelo Lazzari, ha affermato: “Per quanto l’iniziativa di Unesda sull’astensione dalla vendita di bevande zuccherate nelle scuole secondarie dei 28 Paesi Europei si inserisca nei programmi di ricerca e di “policy aziendale” (che da diversi anni le industrie dei soft-drink stanno portando avanti correttamente per mettere a punto bevande a basso contenuto di zuccheri), di fatto essa si configura come una distorsione del mercato e della concorrenza, perché la restrizione incide esclusivamente sull’offerta dai distributori automatici, rimanendo inalterata la possibilità di acquisto dei prodotti già commercializzati presso ambulanti, bar e negli altri esercizi alimentari e della distribuzione”.
A distanza di alcuni giorni, il 26 settembre 2017, anche EVA, l’European Vending Association, ha pubblicato un “Position Paper” in merito alla vertenza. Secondo l’EVA “una politica che favorisca una scelta educativa da parte dei ragazzi della scuola secondaria costituisce una soluzione più a lungo termine. In pratica, combattere l’obesità richiede un approccio multiforme che passa sia attraverso l’offerta di prodotti che abbiano delle buone caratteristiche nutrizionali, sia attraverso un’educazione culturale e sociale più ampia, che renda in grado i giovani di compiere liberamente scelte più sane e sostenibili in qualunque contesto essi si trovino. È evidente che, in mancanza di questa consapevolezza, le nuove generazioni potranno accedere facilmente, e in maniera poco equilibrata, a qualunque tipo di prodotto, anche non salutare, offerto al di fuori degli ambienti scolastici, ad esempio nei bar o nei supermercati”.
L’approccio “proibizionista” non è nuovo nel settore del Vending. Ricordiamo come, a intervalli regolari, in Italia si sia riproposta, da più parti, la cosiddetta “battaglia delle merendine” e come tutta la Distribuzione Automatica sia stata messa più volte sotto accusa come la causa scatenante dei problemi nutrizionali dei giovani in età scolare.
Già in passato il Parlamento e alcune Regioni si erano “impegnati” a risolvere il problema dell’obesità mettendo nel mirino il nostro settore. Giusto per ricordare un episodio tra i tanti, nel 2013 il Consiglio Regionale del Piemonte aveva sottoscritto una proposta di legge “bipartisan” per vietare la presenza di alimenti e bevande nei distributori che avrebbero potuto “minare la salute dei giovani”.
Il problema tuttavia non è circoscritto al nostro Paese: da più parti in Europa e negli Stati Uniti sono stati emanati regolamenti che prevedono forti restrizioni all’uso dei distributori automatici nelle scuole, fino ad arrivare al divieto assoluto scattato dal 2005 in Francia.
La risposta del Vending, in Europa e in Italia, è stata quella di favorire un piano organico di educazione verso un corretto stile di vita.
Come è stato puntualizzato nella nota del 7 settembre sempre dal presidente di Confida, Lazzari: “Confida condivide la necessità di porre in atto strategie efficaci di contrasto all’obesità, in particolare nella popolazione infantile. Confida, infatti, al pari delle Associazioni di rappresentanza delle industrie alimentari e delle bevande, nel 2007 aveva aderito al programma “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, con un proprio codice di autoregolamentazione dell’offerta nelle scuole elementari. Inoltre, nel 2015, in occasione di Expo Milano, aveva condiviso gli impegni, contenuti nel Protocollo sottoscritto con il Ministero della Salute per il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari, tra cui i soft-drink, con particolare attenzione alla popolazione dai 3 ai 12 anni.
Gli operatori della Distribuzione Automatica hanno rea-lizzato, in questi anni, importanti investimenti e sforzi organizzativi per la gestione di un’offerta sempre più variegata e personalizzata con riferimento alle diverse esigenze nutrizionali dei consumatori. In particolare, hanno dato vita a programmi specifici di educazione a un consumo consapevole, proponendo un’offerta di prodotti dedicati ai ragazzi mediante distributori automatici che ha rappresentato un valore diffuso e apprezzato in molti ambiti scolastici”.
Nel 2006, in occasione di Venditalia, Confida aveva già presentato un decalogo per la lotta all’obesità, soprattutto quella infantile.
Nel decalogo si ribadiva la centralità dell’educazione a sani e corretti stili di vita, in quanto l’obesità è un problema multifattoriale, determinato non solo dalle abitudini alimentari ma anche dalla mancanza di attività fisica. Per questo motivo non ci sono alimenti da demonizzare, piuttosto è importante lo stile di vita complessivo, la sensibilizzazione al moto e l’educazione al consumo in giuste quantità.
Un altro punto centrale riguarda l’importanza di una distribuzione monoporzione come educazione alle giuste quantità. Suddividere la alimentazione giornaliera in 4-5 appuntamenti consente una digestione migliore e di utilizzare meglio i principi nutritivi contenuti negli alimenti, oltre che di evitare una eccessiva stimolazione della produzione di grassi nell’organismo. Mangiare, quindi, poco ma spesso aiuta a non arrivare ai pasti principali con una fame eccessiva che non aiuta a regolare e bilanciare l’alimentazione. L’offerta della Distribuzione Automatica di cibi confezionati e in monoporzione ha quindi anche finalità educative verso il corretto utilizzo del cibo in quantità appropriate per il benessere.
In particolare nell’ultimo punto del decalogo veniva sottolineata l’importanza del “distributore come veicolo di comunicazione capillarmente diffuso. Gli oltre 800.000 d.a. installati in Italia possono anche assumere un ruolo di informazione e di educazione del consumatore, ampliando la gamma di alimenti freschi in vendita, ma anche fornendo informazioni e consigli sulle caratteristiche nutrizionali e sull’educazione verso sani stili di vita. Un’adeguata conoscenza nutrizionale si acquisisce in famiglia, ma dal momento che si mangia sempre più di frequente fuori casa, anche il Vending può aiutare in tal senso. Le potenzialità per questo canale distributivo di essere strumento di comunicazione sono oggi assolutamente sotto utilizzate. L’Associazione è disponibile a impegnarsi a veicolare messaggi sui corretti stili di vita tramite i suoi distributori, affiancando le istituzioni e le scuole nelle loro campagne informative, soprattutto rivolte ai giovani ma non solo.”
Con il Codice di Autoregolamentazione gli operatori associati si assumevano precisi impegni relativamente alle scuole primarie. E, in effetti, molte iniziative su “Dieta e Nutrizione” sono state sviluppate nel territorio per iniziativa delle aziende di gestione in collaborazione con gli Istituti scolastici.
Confida nel 2009 aveva poi lanciato il progetto “Sani e in Forma”, sempre aderendo alle linee guida contenute nel Programma interministeriale “Guadagnare Salute: Rendere più facili le scelte salutari” per una equilibrata alimentazione e sani stili di vita nei giovani in età scolare. L’iniziativa si focalizzava su tre importanti obiettivi:
Per concludere: la lotta all’obesità è senz’altro una priorità che riguarda in maniera importante il settore della Distribuzione Automatica. Per affrontarla efficacemente è necessario però far crescere la Responsabilità Sociale delle aziende del Vending, che dovranno investire sempre di più in un’offerta equilibrata e nella collaborazione con scuole e istituzioni per la diffusione di una cultura della sostenibilità.
Non è, però, con iniziative come quella lanciata da Unesda che si risolvono i problemi. Serve una cultura e una crescita che permettano sempre di più scelte consapevoli, con interventi di educazione alimentare nelle stesse famiglie, e non divieti o autolimitazioni “draconiane”. Tanto più se questi sono limitati a un solo settore e non riguardano le tantissime altre modalità con cui le bibite gassate vengono distribuite in modo indiscriminato ai ragazzi.
Franco Bompani
Eidos Consulting Srl