Assemblea Confida 2017: i fatti contro i pregiudizi

Corrispettivi, I.V.A. sull’OCS e semplificazioni amministrative sulla SCIA le “battaglie” vinte nel 2016 dall’Associazione. Il monito del Presidente, Piero Angelo Lazzari: “Il nostro settore merita più rispetto”.

Sabato 20 maggio l’Hotel Melià di Milano ha ospitato le Assemblee Straordinaria e Ordinaria 2017 di Confida. L’assise si è aperta con la Relazione del Presidente Piero Angelo Lazzari che ha illustrato i risultati raggiunti dal settore con riferimento, principalmente, al costruttivo contributo della filiera della Distribuzione Automatica e alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligo della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi del Vending.
Lazzari ha rivendicato anche il ruolo determinante dell’associazione nel riconoscimento dell’applicazione dell’aliquota I.V.A. del 10% per l’OCS e nell’attività di semplificazione burocratica delle comunicazioni amministrative obbligatorie.
A tal proposito, al termine della relazione del Presidente, è intervenuto il dott. Paolo Mora, Vice Direttore Sviluppo Economico della Regione Lombardia, prima regione italiana che ha eliminato le comunicazioni per l’installazione dei distributori automatici.
Sono poi state presentate dal Direttore di Confida, Michele Adt, le attività associative del 2016 e quelle del 2017: dai servizi sui corrispettivi, al progetto “Vending Sostenibile”, dai corsi di formazione alle nuove convenzioni per gli associati.
In chiusura di mattinata sono stati illustrati e approvati all’unanimità il bilancio 2016 e il budget 2017.
Nel pomeriggio si è tenuta la parte convegnistica. Paolo Andrigo di Accenture ha presentato i dati 2016 dello Studio Confida sulla Distribuzione Automatica in Italia, oltre ai trend sull’innovazione tecnologica nel settore.
In chiusura il prof. Enzo Baglieri della “School of Management” della SDA Bocconi ha descritto lo scenario della Distribuzione Automatica dal punto di vista del consumatore e ha fornito utili e interessanti spunti per lo sviluppo del business in un contesto di rapido cambiamento tecnologico.
Su questa edizione della rivista riprendiamo le fasi salienti dell’Assemblea, ad eccezione dell’intervento del prof. Biglieri e della parte dei Bilanci che pubblicheremo sui prossimi numeri di VM.
RELAZIONE DI PRESIDENZA
(dr. Piero Angelo Lazzari)
Nel corso della vita associativa ci sono date che non si possono scordare perché stanno a indicare momenti topici, momenti in cui fatti e circostanze hanno inciso così profondamente da rimanere indelebili nel tempo.
Negli ultimi 15 anni questo evento si è verificato almeno tre volte:
• il 1° gennaio 2002 con il changeover Lira-Euro;
• il 1° gennaio 2014 con la cancellazione dell’aliquota agevolata del 4% e la riduzione a sole due aliquote: l’una ordinaria per la somministrazione e l’altra per la vendita;
• il 1° aprile scorso con la memorizzazione elettronica e trasmissione telematica delle operazioni effettuate tramite distributori automatici.
Tre passaggi cruciali, preannunciati con grande preoccupazione per le possibili conseguenze sulle imprese del settore e i cui temuti effetti sono stati gestiti, attenuandone parzialmente l’impatto, grazie al concorso delle professionalità presenti nella nostra “filiera”, alle capacità organizzative delle aziende e, soprattutto, a quelle energie così necessarie a chi fa impresa in questo Paese.
Certificazione dei corrispettivi
Anche tutta la partita, più recente, della “certificazione dei corrispettivi” è stato possibile giocarcela, come ho avuto modo di dire in una precedente occasione, “grazie al fatto che al nostro interno abbiamo dato prova di coesione e di capacità di fare squadra, di lavorare insieme in modo tale che ciascuna componente della nostra filiera apportasse il proprio contributo professionale e specialistico, ma anche impedendo fughe in avanti e speculazioni”.
Gli Stati Generali del 16 novembre scorso a Roma sono stati l’occasione per fare il punto della situazione e per argomentare in modo approfondito, dinanzi alle istituzioni e all’autorevole rappresentante dell’Agenzia delle Entrate, le nostre posizioni. Riprendo, perciò, due o tre passaggi che valuto sia bene citare nuovamente.
“Anzitutto, anche in questa circostanza, è mio dovere, rendendomi interprete di tutti i nostri associati, rinnovare il nostro “apprezzamento” ai membri della nostra Commissione Fiscale, coordinata dal dott. Antonio Tartaro, e, in particolare, ai Componenti della nostra Delegazione che, con grande disponibilità e competenze professionali e specialistiche, si sono confrontati al “tavolo tecnico” con l’Agenzia delle Entrate e Sogei, tenendo pazientemente ben ferma la barra di direzione affinché le soluzioni fossero praticabili, non pregiudicassero l’attuale funzionamento dei distributori automatici e avessero il minore impatto di costi. Un risultato pienamente raggiunto e di grande soddisfazione.
“E poi un elogio specifico al dottor Michele Evolvi che, in tutta questa complicata e delicata vicenda, ha mostrato grande equilibrio e incisività nel tenere accessibile il confronto con l’Agenzia delle Entrate, nel mantenere compatta la nostra Delegazione, consentendo di superare i momenti di maggiore criticità, e nel provvedere a tutta l’attività di informazione sul territorio e di consulenza”.
“Il secondo passaggio è per ribadire, ad alta voce, anche in questa sede, il convincimento che non potrà esserci una cosiddetta “fase due” o “fase a regime” dopo il 31 dicembre 2022.
E questo per almeno tre buone ragioni:
1. In primo luogo, con questa riforma fiscale e con la norma che più direttamente ci riguarda, l’Amministrazione ha modificato radicalmente il suo rapporto con l’impresa/contribuente attraverso un accertamento che avviene in tempo reale e che è certo e trasparente.
2. Dopo di che, il sistema di applicazioni e procedure – frutto del confronto tecnico tra Agenzia delle Entrate, Sogei e la nostra Associazione – è del tutto coerente con la volontà del legislatore e in linea con le attese di un maggiore gettito fiscale.
3. Terzo, se l’Amministrazione intenderà ostinatamente perseguire la “fase due”, allora ci sarà un rischio reale: quello di esasperare concetti accademici trasformandoli, di fatto, in forme sproporzionate di accanimento e in costi insopportabili”.
Aumento I.V.A. e Antitrust
Non dimentichiamo, inoltre, che rimane pur sempre pendente la “spada di Damocle” degli aumenti automatici delle aliquote I.V.A.: quella dal 10% al 13% e quella dal 22% al 25% con una previsione di ulteriore incremento dal 2019 dello 0,9%. E sappiamo bene che Bruxelles sta spingendo insistentemente con le nostre autorità di Governo per un rincaro, da subito, dell’aliquota ordinaria dal 22% al 24%.
Non possono esserci disponibilità a questi rincari anche perché aziende player del Settore si sono viste sottrarre e privare di importanti risorse finanziarie per effetto di un assurdo teorema accusatorio predisposto dall’AGCM e della conseguente decisione. Anche qui si è messo in moto un “meccanismo infernale” sulla base di un evidente errore di valutazione delle dinamiche di mercato, che tra sanzioni, assistenze legali, ricorsi al TAR e attività di comunicazione ha sottratto liquidità per ben oltre i 103 milioni di Euro dal circolo virtuoso degli investimenti.
E poi ti trovi, come lunedì scorso, nell’inserto “L’Economia” del Corriere della Sera, un articolo sull’attività dell’Antitrust dal titolo emblematico: “L’Antitrust multa (se il Tar non la ferma) – L’Authority ha dato sanzioni record per 300 milioni; il 2016 l’anno record delle supermulte”.
Un titolo che suona anche come una sorta di provocazione e di avvertimento nei confronti di una Giustizia amministrativa che più recentemente ha riconsegnato a maggiore oggettività fatti e circostanze annullando, o riducendo significativamente, diverse e importanti sanzioni comminate dall’AGCM.
Prossimamente il TAR del Lazio si pronuncerà sulle sanzioni comminate nel nostro Settore. Facciamo assegnamento sul “Giudice amministrativo” anche se poi l’ultima parola potrebbe spettare al Consiglio di Stato.
I pregiudizi contro cui lottare
Fa veramente male tutto questo, perché si ha l’impressione che il “fare impresa” nel nostro Paese sia come trovarsi nelle sabbie mobili: più ti impegni e più soggiaci a meccanismi che ti fanno sprofondare.
Un Paese che tarda – fatta eccezione per i brillanti risultati conseguiti dagli imprenditori italiani e per qualche lodevole Istituzione – a valorizzare e impregnare il “sistema Paese” di una cultura d’impresa.
Una mancanza di cultura che, non di rado, scivola nel pregiudizio. Il nostro Settore, di volta in volta, ha dovuto far fronte a una non adeguata conoscenza del proprio rilievo economico, a preconcetti, alla banalità di luoghi comuni e soprattutto al contrasto da parte di categorie economiche che ci vedono come una minaccia al loro tradizionale business.
Una battaglia che, lungo gli anni, ha accompagnato tutta l’attività della nostra Associazione. Una battaglia, peraltro, non terminata. Di martedì scorso l’intervista del Ministro Franceschini sulle testate giornalistiche del Veneto nella quale, tra l’altro, dichiarava: “Il rischio esistenziale che corrono Venezia, Roma e Firenze ha a che fare con l’insensata dispersione di baracche di ambulanti, negozi con souvenir “Made in China”, distributori automatici di bevande, pizzerie take-away, negozi di calze o di maglie di giocatori di calcio”. Una banalizzazione devastante.
Voglio credere che il Ministro Franceschini non intendesse squalificare il nostro settore, ma intanto, per chi legge, l’immagine della Distribuzione Automatica ne esce quantomeno mortificata.
Una cosa è certa – e forse il signor Ministro non ne è a conoscenza – che i “distributori automatici” sono fabbricati da industrie italiane che sono leader sui mercati internazionali; industrie che per innovazione, progettazione, funzionalità e design hanno l’apprezzamento di tutti gli operatori del mondo; industrie che insieme costituiscono un fiore all’occhiello del Made in Italy e non “in China”; industrie che pagano le tasse in Italia e che danno occupazione a centinaia e centinaia di persone.
Tanto abbiamo fatto in tutti questi anni che non possiamo, di certo, farci scoraggiare proprio adesso; dobbiamo proseguire per la nostra strada, orgogliosi di questo nostro settore, del suo dinamismo, della sua eccellenza, dei suoi primati e anche dei lusinghieri risultati ottenuti.
Semplificazione amministrativa in Lombardia
A proposito di risultati, mi fa piacere ricordarne altri due, tra i più recenti:
• Il primo, la Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate dello scorso 17 novembre nella quale viene riconosciuta l’applicazione dell’aliquota I.V.A. del 10% per la somministrazione tramite distributori automatici funzionanti a cialde e capsule, così come prevedeva la Risoluzione del 1° agosto 2000.
Un risultato che ci dà particolare soddisfazione, non solo per l’impegno che da tempo, e con appropriata strategia, l’Associazione ha portato avanti per la soluzione dell’annosa questione, ma, soprattutto, per il fatto che la decisione ha contribuito in modo sostanziale a sanare diverse situazioni di contenzioso in corso e a scongiurarne tante altre.
• Un secondo importante risultato è stato ottenuto sotto il profilo della semplificazione burocratica con il Decreto Legislativo 25 novembre 2016, n. 222, dove si stabilisce che la SCIA deve essere utilizzata solo per l’apertura dell’azienda, mentre le installazioni e disinstallazioni dovranno essere segnalate al SUAP solo con semplice comunicazione semestrale. Una disposizione alla quale le Regioni dovranno far riferimento ed adeguarsi.
Contestualmente, sempre con l’essenziale quanto proficuo supporto del Settore Osservatorio Legislativo di Confcommercio, siamo riusciti a far dialogare il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione con l’Agenzia delle Entrate per far veicolare le comunicazioni semestrali sulla “piattaforma” predisposta dall’Amministrazione fiscale per il censimento dei distributori automatici.
Una volta resa operativa la procedura, contiamo anche di proporla al Ministero degli Interni, con il quale ci siamo già incontrati, per quanto riguarda i numerosissimi e quotidiani adempimenti burocratici connessi alle denunce per le manomissioni, scassi e furti dei distributori automatici.
Non è tutto. La Regione Lombardia ha approvato una propria Legge in tema di semplificazione (n. 15 del 26 maggio 2017 ndr), recependo le nostre argomentazioni e le nostre istanze per l’abolizione delle comunicazioni per l’installazione/disinstallazione dei d. a., potendo far riferimento alla “piattaforma” dell’Agenzia delle Entrate.
Ancora una volta la Regione Lombardia è antesignana sulla strada della semplificazione. Lo era già stato alcuni anni fa portando la periodicità delle comunicazioni a cadenza semestrale. Un risultato importantissimo anche in una prospettiva nazionale, per esportare il “modello” lombardo anche nelle altre Regioni. L’augurio è di avere interlocutori così attenti e preparati come il dott. Paolo Mora, Vice Direttore Sviluppo Economico della Regione Lombardia, e politici sensibili e recettivi come l’Assessore regionale dott. Mauro Parolini.
Una Confida “protagonista”
È a questo punto che vorrei ricollegare tutti questi nostri lusinghieri risultati al presupposto di fondo che li ha resi possibili: la presenza, il ruolo e l’attività della nostra Associazione.
Diciamocelo: questi risultati sono stati possibili e sono possibili nella misura in cui siamo una “organizzazione imprenditoriale autorevole”, nella misura in cui sappiamo fare squadra, discutere insieme, fare sintesi e uscire all’esterno in modo coeso. Questa è la nostra forza.
E allora il mio appello è che questa nostra identità non venga minimamente scalfita o messa in discussione, soprattutto nei momenti di maggiore criticità, per fatti e influenze esterne. Qualcuno, per la verità, ciclicamente ci prova. Se non avessimo tenuto e gestito con equilibrio e credibilità questa difficile fase, avremmo rischiato di far implodere l’Associazione e di pregiudicare i risultati raggiunti. Felicemente, a riprova, hanno avuto la meglio il rispetto reciproco, la collaborazione, la convergenza, l’unitarietà e la fiducia nella dirigenza associativa.
Abbiamo cura di alimentare costantemente questo nostro modo di “essere associazione” e di “fare associazionismo”, questo nostro “valore”, soprattutto nella prospettiva di quel percorso che, a iniziare dall’autunno per poi concludersi nei primi mesi del prossimo anno, porterà al rinnovo di tutti gli Organi elettivi dell’Associazione.
Per carità, nessuna ansia né volontà di velocizzare o anticipare necessariamente i tempi; voglio solo richiamare l’attenzione sul fatto che si tratta di una scadenza alla quale ci si dovrà arrivare con la condivisa consapevolezza che quanti daranno la loro disponibilità a ricoprire incarichi dovranno farlo avendo in mente quella parola non sempre agevole da interpretare e piena di responsabilità che è “rappresentanza”.
Rappresentanza è un termine talvolta abusato e troppo spesso sottovalutato. Non rimane una parola vuota nella misura in cui ci si crede realmente e quando ci si mette in gioco e ci si impegna per conto di tutti e con spirito di servizio. La rappresentanza non è un “modo di dire” solo se la si accompagna a un “modo di fare”.
E il “modo di fare” è, secondo me, uno solo: fare bene, dove “bene” significa, pur con i propri limiti, dare il meglio di sé e, nel nostro caso, “dare il meglio” di sé affinché Confida sia sempre “protagonista”: protagonista nella rappresentanza di questo nostro sorprendente e appassionante settore.
MODULISTICA SUAP UNIFICATA E STANDARDIZZATA SU SCALA NAZIONALE
Nella sua relazione di Presidenza il dottor Lazzari ha evidenziato, dandogli la giusta enfasi, il processo di semplificazione amministrativa per il Vending portato avanti dalla Regione Lombardia.
Ampliando il quadro geografico, riveste grande importanza l’accordo a livello nazionale siglato lo scorso 4 maggio dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni tra il Governo, le Regioni e gli Enti locali “concernente l’adozione di moduli unificati e standardizzati per la presentazione delle segnalazioni, comunicazioni e istanze”.
L’accordo è frutto di una attività di confronto che si è svolta da ottobre 2015 a marzo 2017 con le Regioni e le associazioni imprenditoriali, compresa Confida che ha fornito il proprio contributo, suggerendo numerose integrazioni e proposte di modifica sui contenuti dei moduli relativi alle attività di impresa promossa dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
I moduli dovranno essere adottati da Regioni e Comuni e resi disponibili per l’utilizzo da parte di cittadini e imprese.
L’accordo richiama l’articolo 24, comma 3, del decreto-legge 90/2014 che ha previsto la conclusione di accordi o intese tra Governo, Regioni ed Enti locali “per adottare, tenendo conto delle specifiche normative regionali, una modulistica unificata e standardizzata su tutto il territorio nazionale per la presentazione alle pubbliche amministrazioni regionali e agli enti locali di istanze, dichiarazioni e segnalazioni con riferimento all’edilizia e all’avvio di attività produttive”.
L’articolo 24 ha specificato, inoltre, che i moduli devono essere posti in uso entro i termini fissati dagli stessi accordi o intese, ma che “i cittadini e le imprese li possono comunque utilizzare decorsi trenta giorni dai medesimi termini”.
I moduli relativi alle attività commerciali e assimilate sono basati sull’elenco di attività di cui alla Tabella A allegata al decreto legislativo 222/2016 (cd. “SCIA 2”) tra cui la:
• vendita mediante apparecchi automatici in altri esercizi già abilitati e/o su aree pubbliche;
Fanno inoltre parte dell’allegato 1 i seguenti moduli comuni a tutti:
• sub-ingresso in attività;
• cessazione o sospensione temporanea di attività;
• modulo per la notifica sanitaria che riguarda tutti gli operatori del settore alimentare;
• scheda anagrafica.
L’articolo 1, comma 2, dell’accordo stabilisce che le Regioni adeguino, entro il 20 giugno 2017, i contenuti informativi dei moduli in relazione alle specifiche normative regionali.
Alcune voci o sezioni dei moduli, infatti, sono contrassegnate da un asterisco, a indicare che si tratta di informazioni da adeguare in base alla legislazione regionale, ove presente. Pur essendo pensati in un’ottica nazionale, infatti, i moduli riconoscono, come previsto dalle disposizioni, l’esistenza di molteplici differenze tra le normative regionali.
L’articolo stabilisce inoltre che, in ogni caso, i Comuni devono adeguare la modulistica in uso entro e non oltre il 30 giugno 2017 (come sta accadendo, per l’appunto, in Regione Lombardia ndr).
Nelle istruzioni operative si chiarisce che, dopo l’adozione della modulistica semplificata, non potranno più essere richiesti a cittadini e imprese:
• certificati, atti e documenti che la Pubblica Amministrazione già possiede, ma solo gli elementi necessari per acquisirli o effettuare i relativi controlli;
• dati e adempimenti che derivano da prassi amministrative e non dalla legge, come, ad esempio il certificato di agibilità dei locali per l’avvio di un’attività commerciale o produttiva;
• la presentazione di autorizzazioni, segnalazioni e comunicazioni preliminari. Sarà sufficiente presentare le altre segnalazioni o comunicazioni in allegato alla SCIA unica o la domanda di autorizzazioni in allegato alla SCIA condizionata e sarà direttamente il SUAP a svolgere l’attività necessaria.

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